La Fondazione Giustizia ambientale (EJF), Oceana e il WWF hanno accolto con interesse una nuova direttiva della Commissione europea che obbliga tutti i pescherecci dell’UE, e le navi straniere che pescano nelle acque comunitarie, ad avere un codice identificativo che rimanga tale dal momento della costruzione dell’imbarcazione fino allo smaltimento. L’intervento potrebbe interessare fino a 8.205 navi europee. Il cambiamento è una riforma fondamentale che aiuta a chiudere una vecchia scappatoia che permette ai pescherecci di tutto il mondo di eludere i controlli, alimentando la pesca illegale. Steve Trent, direttore esecutivo di EJF ha detto: “Questo è un segnale forte da parte dell’Unione europea per muoversi verso una pesca più trasparente. A volte le riforme più semplici possono avere un profondo impatto, come in questo caso. Aerei, automobili e persino le mucche europee hanno codici numerici unici per consentirne il monitoraggio a vita, ma i pescherecci no. Questo ha permesso agli operatori senza scrupoli di praticare la pesca illegale in un paese e poi rapidamente cambiare identità e nazionalità e fare lo stesso altrove.” Fino a poco tempo, un sistema globale gestito dall’Organizzazione marittima internazionale (IMO), che assegna numeri univoci alle navi per tutta la vita ha esplicitamente escluso i pescherecci. Nel mese di dicembre 2013, l’IMO ha in parte rimosso l’esenzione, inserendo i pescherecci al regime su base volontaria. L’Unione europea ha esteso l’obbligo del codice numerico unico per tutte le navi da pesca di lunghezza superiore a 24 metri nelle acque comunitarie e ai pescherecci dell’UE di oltre 15 metri che pescano all’estero. Pur accogliendo con favore la nuova misura, le Ong chiedono ad altri Stati di seguire l’esempio dell’Unione europea, e che l’UE richieda l’obbligo dei numeri imo anche ai pescherecci industriali che importano nei paesi comunitari. Inoltre, le organizzazioni hanno messo in evidenza che le informazioni delle navi associale a un numero IMO devono periodicamente essere aggiornate e raccolte a livello globale sotto forma di un database che permetta un efficace il controllo e monitoraggio. María José Cornax, di Oceana, ha dichiarato: “L’annuncio da parte dell’Unione europea è un passo fondamentale per fermare la pesca illegale su scala globale. La pesca è diventata un’attività globalizzata e numeri IMO sono essenziali per monitorare efficacemente le attività di una nave in qualsiasi parte del mondo essa stia pescando e non importa sotto quale nome o bandiera. I numeri IMO sono una misura poco costosa che potrebbe abbassare la perdita annuale di milioni di euro che la pesca illegale causa alle economie di tutto il mondo”.
Pesca e acquacoltura moderne tra sfide e opportunità
Pesca e acquacoltura moderne tra sfide e opportunità - La seconda giornata di incontri organizzati a Conxemar 2023 dal Ministero...