“La grande, profonda e intima gioia che proviamo per il rientro dei nostri lavoratori e che ci unisce e ci fa stringere attorno alle loro famiglie non ci può distogliere dalla necessità e dall’urgenza di affrontare il problema di come garantire in futuro la sicurezza sul lavoro ai nostri pescatori nelle acque del Mediterraneo”
Così il segretario regionale della Uila Pesca Sicilia Tommaso Macaddino che è stato tra i primi a dare il benvenuto ai 18 pescatori sequestrati in Libia lo scorso 1 settembre e che, a bordo dei due pescherecci Medinea e Antartide, sono rientrati a Mazara del Vallo.
“Dobbiamo innanzitutto denunciare come, a fronte di una presunta violazione delle acque nazionali libiche da parte dei pescherecci italiani, 18 persone sono state, di fatto, sequestrate e tenute prigioniere in violazione delle più elementari norme del diritto internazionale e, cosa ancora più grave che sta emergendo dalle loro testimonianze, nei loro confronti c’è stata anche negazione e violazione dei diritti umani, avendo essi dovuto subire umiliazioni di ogni genere”.
“Per quanto riguarda il futuro, la Uila Pesca si rivolge, innanzitutto, alle istituzioni italiane per sapere quale idea esse abbiano in merito alla pesca e al Mediterraneo, un mare che, siamo convinti, deve diventare un luogo di pace e di prosperità per tutti i paesi che vi si affacciano”