L’industria europea della pesca di fondo fa fronte unito a Bruxelles – Un’alleanza di organizzazioni di pesca di 14 paesi dell’UE (Belgio, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna e Svezia) in rappresentanza di oltre 22 000 pescatori e 8 000 navi, ha rappresentato al commissario per la pesca Sinkevicius l’importanza e la realtà delle attività di pesca di fondo in tutta Europa. L’incontro, tenutosi lo scorso 19 gennaio, è stato richiesto a causa della percezione negativa espressa dalla Commissione nei confronti di alcuni attrezzi di fondo e sullo sfondo del piano d’azione che la Commissione sta sviluppando per proteggere ulteriormente le risorse della pesca e gli ecosistemi marini nel contesto della Strategia 2030 dell’UE sulla biodiversità. L’industria del settore ha mostrato la sostenibilità e l’importanza complessiva di questi metodi di pesca diffusi in tutti gli Stati membri dell’UE e ha dimostrato che queste attività di pesca sono ben regolamentate, controllate, studiate e ampiamente certificate.
Rappresentanti dell’industria di tutta Europa sono intervenuti all’unisono nell’incontro sottolineando il ruolo fondamentale svolto dalla pesca di fondo, sia su piccola che su larga scala, nel garantire la sicurezza alimentare.
Javier Garat, presidente di Europêche, che ha convocato l’incontro ha dichiarato: “Le nostre navi portano a terra più di un milione di tonnellate di pesce sano e pescato in modo sostenibile all’anno, che rappresenta circa il 25% degli sbarchi totali dell’UE. Il valore degli sbarchi genera quasi il 40% del fatturato totale del settore, contribuendo alla ricchezza, all’occupazione e al tessuto industriale di molte comunità costiere e periferiche”.
Nell’annunciato piano d’azione, la Commissione europea sta valutando l’introduzione di limitazioni e restrizioni all’uso degli attrezzi da pesca a contatto con il fondo.
Gerard van Balsfoort, co-organizzatore della riunione, ha dichiarato: “Grazie a una gestione efficace e scientifica, le attività di pesca di fondo si svolgono solo in fondali marini limitati e ad alta resilienza, riducendo al minimo l’impatto sugli ecosistemi marini e sulle risorse. Recenti ricerche scientifiche lo dimostrano. La direzione politica della Commissione sulla pesca di fondo dovrebbe basarsi su prove reali, scientifiche e sottoposte a revisione paritaria e valutazioni d’impatto complete. Usare pseudoscienza o affermazioni infondate, come quelle relative all’impronta della pesca o alle emissioni di carbonio del settore, per costruire politiche dell’UE non aiuterà la salute degli oceani né i pescatori”.
Nel corso dell’incontro, i rappresentanti dell’industria hanno annunciato la creazione della European Bottom Fishing Alliance (EBFA), che rappresenta le flotte di pesca di fondo con sede nell’UE. L’alleanza sarà lanciata il mese prossimo con l’obiettivo di difendere, sostenere e mostrare l’ambiente, realtà economiche, sociali e culturali delle attività di pesca di fondo nelle nazioni di pesca dell’Unione Europea.