Grazie al monitoraggio dei dati raccolti dalle navi da pesca è possibile ricavare informazioni sulle abitudini di pesca delle comunità costiere per conoscere, ad esempio le aree in cui si pesca più frequentemente. Questa informazione potrebbe risultare fondamentale per adattare le strategie di politica e di gestione a stimolare la crescita blu, la strategia dell’UE per uno sfruttamento più redditizio e sostenibile delle risorse marine e marittime. Il nuovo strumento “Mapping fishing activities” (MFA) utilizza per la prima volta i dati di monitoraggio dall’Automatic Identification System (AIS), usato in tutto il mondo per identificare e localizzare le navi e lo scambio di dati con altre navi nelle vicinanze, stazioni base AIS e satelliti, per analizzare le relazioni tra le comunità di pescatori e zone di pesca dell’UE. Il data base è costituito da informazioni provenienti da circa 150 milioni di posizioni di pescherecci superiori a 15 m di lunghezza, raccolte nel periodo tra settembre 2014 e settembre 2015. Il MFA comprende diverse informazioni geografiche e una mappa ad alta risoluzione d’intensità di pesca che copre tutte le acque comunitarie. Fino a poco tempo fa queste analisi si sono basate su fonti amministrative, come i giornali di bordo e il sistema di controllo dei pescherecci (VMS), metodiche introdotte per controllare la pesca. La Farnesina si basa su dati open source dall’AIS che, pur non adatti per un controllo sistematico di pesca potenzialmente illegale, è più accessibile e offre nuove possibilità per la ricerca. I responsabili politici, gli scienziati, gli esperti possono utilizzare questi elementi dettagliati sulle attività di pesca per la gestione della pesca e la ricerca, sia sotto il profilo ambientale sia socio-economico. Sapendo dove le attività di pesca a strascico sono più intense, è possibile per esempio valutarne gli impatti sul fondale e ne deriverebbero gli indicatori sulla pressione di pesca previsti dalla direttiva quadro sulla strategia marittima. Lo strumento e il metodo messo a punto dal CCR dimostrano il potenziale dei dati AIS per supportare la gestione della pesca. I dati possono essere facilmente incorporati in altre piattaforme che diffondono regolarmente i dati marini.
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