È attualmente in corso un sondaggio per fare chiarezza l’impatto finanziario e socioeconomico del Covid-19 sull’industria di trasformazione dei prodotti ittici nel Regno Unito.
Il sondaggio che si protrarrà per tutto il mese di agosto è condotto da Seafish, l’ente pubblico che sostiene l’industria ittica britannica, un indotto di oltre 11 miliardi di euro. Ai trasformatori viene chiesto di fornire informazioni su come il Covid-19 ha influenzato la loro attività e su come stanno rispondendo. L’indagine richiede inoltre dati finanziari e informazioni su operazioni e assunzioni per determinare le dimensioni e le prestazioni economiche del settore.
I primi dati del sondaggio
I primi dati forniti dal sondaggio mostrano già che, in risposta alle restrizioni per far fronte all’emergenza, molte aziende di trasformazione hanno dovuto ridurre la produzione o chiudere completamente e per molte di esse la situazione potrebbe essere definitiva.
Minori dimensioni maggiore resilienza
Le aziende più piccole e quelle a conduzione familiare hanno dimostrato maggiore flessibilità rispondendo in maniera meno claudicante alla crisi anzi, sono state in grado di reinventarsi il lavoro. Alcuni piccoli processori hanno ampliato l’offerta con consegna a domicilio e vendite online. Ciò ha compensato l’assenza di commercio all’ingrosso e l’aumento dei margini associati alla vendita al dettaglio e per alcune aziende i profitti sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Le aziende di dimensioni più grandi, quelle che dipendono maggiormente dalle vendite all’ingrosso, hanno invece subito danni rilevanti.
Il sondaggio in atto, al quale tutti gli operatori del Regno Unito sono invitati a partecipare, permetterà al Governo britannico di tracciare un profilo del settore e di conoscere le sfide che dovrà affrontare.