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Home Sostenibilità

Our Ocean. ​Greenpeace e BFFP: ”L’inquinamento da plastica è un mostro che va fermato”

Mariella Ballatore by Mariella Ballatore
5 Ottobre 2017
in Sostenibilità
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Un drago di quattro metri per quattro che sputa plastica usa e getta è stato installato oggi alla Conferenza internazionale “Our Ocean 2017” di Malta per denunciare il problema globale dell’inquinamento derivante dalla plastica.

Il Movimento Break Free From Plastic (BFFP), di cui Greenpeace fa parte, chiede che i principali responsabili di questo disastro, tra cui le aziende che producono beni di largo consumo come Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, Coca-Cola e PepsiCo, smettano di produrre plastica monouso e che i politici adottino misure legislative efficaci contro l’usa e getta.  

La Conferenza “Our Ocean 2017” riunisce rappresentanti dei governi, della società civile, del mondo scientifico, della finanza e dell’economia di tutto il mondo, per discutere della protezione degli oceani. Quest’anno il focus di discussione è incentrato sui rifiuti marini. Ogni anno finiscono in mare dalla terraferma fino a 12 milioni di tonnellate di plastica, perlopiù oggetti usa e getta e imballaggi. E il problema non sembra diminuire: si prevede un aumento della produzione ma la gestione dei rifiuti e il riciclaggio non riescono a stare al passo con questo incremento, pertanto sono anche le aziende a dover farsi carico del problema.

“Our Ocean 2017” è dunque un’occasione per i Paesi e le aziende di tutto il mondo per iniziare a risolvere il problema alla fonte garantendo ad esempio la graduale eliminazione della plastica monouso piuttosto che concentrarsi solo sulle soluzioni di fine ciclo, come il riciclaggio o lo smaltimento dei rifiuti.  

Break Free from Plastic e Greenpeace invitano inoltre i cittadini di tutto il mondo ad unirsi a questo movimento e ad attivarsi per contribuire a identificare le principali aziende e i marchi responsabili dell’inquinamento da plastica. A questo scopo a settembre nelle Filippine, grazie al coinvolgimento di tanti volontari, è stata realizzata un’intensa attività di pulizia delle spiagge utilizzando la metodologia del “Brand Audit”, ovvero la verifica e identificazione del marchio presente nei rifiuti recuperati.

“Brand Audit” si stanno realizzando anche in Europa, in Croazia, Spagna e Paesi Bassi. I primi risultati suggeriscono che grandi aziende che producono beni di largo consumo quali Nestlé, Unilever, Procter & Gamble, Colgate-Palmolive, PepsiCo e Coca-Cola, sono tra i principali inquinatori. Tutti i dati e i dettagli della metodologia utilizzata possono essere consultati all’indirizzo http://plasticpolluters.org/

“La nuova metodologia ideata per la verifica e identificazione dei marchi, testata in diversi Paesi, sta rivelando che i maggiori responsabili dell’inquinamento da plastica sono alcune tra le più grandi aziende del mondo, e sono chiaramente quelle che devono assumersi le responsabilità”, dichiara Serena Maso, della campagna mare di Greenpeace Italia. “La produzione e l’utilizzo quotidiano di quantità enormi di plastica monouso è devastante per i nostri oceani. L’unica soluzione è fermare la cattiva abitudine di utilizzare prodotti usa e getta, sviluppando modelli alternativi di fornitura dei prodotti e iniziare ad eliminare gradualmente la plastica usa e getta”.  

Le Istituzioni dell’Ue e gli Stati Membri stanno attualmente rivedendo le normative sui rifiuti ed entro la fine del 2017 la Commissione pubblicherà la Strategia sulla plastica nel Pacchetto sull’Economia Circolare. Secondo Delphine Levi Alvares, coordinatore di BFFP Europa, “questa è un’occasione unica per affrontare alla fonte il problema l’inquinamento marino derivante dalla plastica e contribuire a raggiungere gli obiettivi sullo sviluppo sostenibile. Invitiamo la Commissione europea e gli Stati Membri a concordare un obiettivo vincolante di riduzione dei rifiuti marini a livello comunitario e adottare misure adeguate per ridurre significativamente l’uso della plastica monouso. L’Ue ha messo la prevenzione e la riduzione dei rifiuti al primo posto nella gerarchia di gestione dei rifiuti; la sopravvivenza dei nostri oceani dipende dalla forza con cui quell’impegno sarà trasformato in azione”.

Greenpeace è parte di Break Free from Plastic, un movimento globale che mira a un futuro libero dall’inquinamento derivante dalla plastica. “Fin dal suo lancio nel settembre 2016, oltre 900 organizzazioni non governative provenienti da tutto il mondo hanno aderito al movimento per richiedere una massiccia riduzione delle plastiche monouso e soluzioni durature alla crisi dell’inquinamento derivante dalla plastica”, afferma Von Hernandez, coordinatore globale di BFFP.  
Oltre a Greenpeace, i membri di BFFP includono, tra gli altri, Zero Waste Europe, Fondazione Surfrider, Oceana, Story of Stuff, Global Alliance for Incinerator Alternatives (GAIA) e Seas at Risk.

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Mariella Ballatore

Co-founder e Direttrice di redazione. Pubblicista dal 2006 racconta il mondo da oltre un trentennio attraverso giornali, televisione e radio. Come conoscitrice del settore pesca e acquacoltura è stata più volte invitata a moderare e relazionare in convegni organizzati tra gli altri dalla Conferenza Episcopale Italiana – Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, AquaFarm, Blue Sea Land.

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