Lo stato insulare di Palau è l’ultimo di un numero crescente di paesi – ed il primo stato insulare del Pacifico – a ratificare un accordo internazionale per combattere la pesca illegale, che è stimata privare l’economia globale di quasi 23 miliardi di dollari ogni anno e di mettere a rischio la biodiversità e la sicurezza alimentare in molti paesi.
“Accolgo con piacere la decisione di Palau, il primo stato insulare del Pacifico, di ratificare l’Accordo sullo Stato di Approdo,” ha affermato il Direttore Generale della FAO José Graziano da Silva durante un incontro con il Presidente di Palau ai margini della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP21) a Parigi. “Spero che questa decisione incoraggi gli altri piccoli stati insulari a fare lo stesso, poiché anch’essi dipendono fortemente dalla pesca e sono pertanto particolarmente vulnerabili agli effetti della pesca illegale,” ha aggiunto.
“Saremo lieti di lavorare con la FAO per rafforzare i nostri sforzi collettivi per combattere la pesca illegale” ha detto il Presidente di Palau Tommy Remengesau, aggiungendo che queste misure favoriranno gli sforzi del suo paese per conservare e gestire gli stock ittici e la biodiversità.
Le misure dello stato di approdo stabiliscono degli standard per il controllo delle imbarcazioni straniere che cercano di entrare nel porto di un altro stato. Soprattutto, le misure permettono ad un paese di bloccare le navi sospettate di aver praticato pesca illegale e quindi impediscono al pescato frutto di tali pratiche di essere immesso nei mercati locali ed internazionali.
Le pratiche di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (IUU)ammontano a circa 26 milioni di tonnellate di pescato ogni anno, ovvero oltre il 15% della produzione totale globale.
Sempre più stati firmano l’accordo
La ratifica del documento fa di Palau il 15esimo membro dell’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo per Prevenire, Dissuadere ed Eliminare la Pesca Illegale, Non Dichiarata e non Regolamentata che i membri della FAO hanno adottato nel 2009. Il piccolo stato insulare era stato preceduto dalla Somalia poco tempo fa. Nel frattempo, numerosi altri paesi sono alle fasi finali delle procedure di ratifica del trattato, facendo sperare che esso possa diventare operativo entro il prossimo anno. L’accordo prevede infatti la sua entrata in vigore una volta che 25 membri lo avranno sottoscritto.
Per aiutare stati come Palau e la Somalia a maturare la propria capacità di implementare l’accordo, l’articolo 21 prevede un fondo di assistenza speciale per i paesi in via di sviluppo.
Le misure dello stato di approdo vanno oltre la semplice protezione degli interessi economici – sono anche cruciali per proteggere la sicurezza alimentare locale e la salute degli oceani, combattendo i tipi di pesca che minacciano la gestione sostenibile della produzione ittica.
Oceani sani cruciali per lo sviluppo
Anche la conservazione degli oceani è una componente chiave per raggiungere obiettivi di sviluppo di lungo termine, come Graziano da Silva ha sottolineato durante la recente Conferenza ‘Nostro Oceano’ tenutasi a Valparaiso, in Cile: “La salute del nostro stesso pianeta e della nostra sicurezza alimentare dipende da come trattiamo il mondo blu,” ha detto il Direttore Generale della FAO, aggiungendo che incoraggiare i paesi a diventare membri dell’Accordo sulle Misure dello Stato di Approdo e ad implementare le Linee Guida per il Comportamento degli Stati di Bandiera è “essenziale”.
Parlando alla conferenza sul clima lunedì, il presidente Remengesau ha ricordato alla platea la pressione aggiuntiva che il cambiamento climatico impone alla salute degli oceani, affermando che “Alcuni degli effetti più disastrosi del cambiamento climatico per il Pacifico colpiranno gli ambienti marini – motivo per cui Palau sta lavorando sodo per proteggere il nostro oceano.”
Adottare l’accordo sulle misure dello stato di approdo è cruciale per il successo del Santuario Nazionale Marino di Palau appena stabilito, continua il presidente, “che abbraccia la nostra intera area economica esclusiva e comprende una zona vietata alla pesca di oltre 500,000 kilometri quadrati,” una superficie pari quasi a quella della Francia, che copre circa l’80% dell’EEZ di Palau. Il restante 20% è destinato ad uso domestico per assicurare la sicurezza alimentare dei suoi abitanti, ha detto il presidente.
Egli ha dichiarato che l’accordo sulle misure dello Stato di Approdo dovrebbe assicurare il successo del santuario marino da poco stabilito, notando che: “Le ampie aree marine protette sono fondamentali per permettere alla biodiversità marina di ripristinarsi e agli stock ittici di ricostituirsi, beneficiando la nostra regione e il mondo intero aiutando gli oceani a mantenere la loro funzione cruciale come efficace serbatoio di carbonio,” ha aggiunto.