È Paolo Tiozzo il nuovo presidente di Confcooperative Venezia eletto martedì 30 giugno nella prima assemblea elettiva metropolitana post covid che si è svolta presso il Centro Cardinale Giovanni Urbani di Zelarino.
Il curriculum di Tiozzo è corposo e incentrato sul suo settore, la pesca. Da oggi dovrà spaziare a tutto il mondo cooperativo, a diversi livelli.
Già vicepresidente nazionale di Confcooperative Fedagripesca dal 2018, la federazione che rappresenta il comparto agroalimentare, già membro effettivo del Medac, organizzazione che raggruppa associazioni della pesca europee e nazionali per scopi generali della pesca, Tiozzo è un imprenditore di Chioggia 52 anni, Presidente dell’Organizzazione produttori dei Fasolari e vice presidente del Consorzio di gestione e valorizzazione dei molluschi bivalvi nel compartimento marittimo di Chioggia.
Da oggi per i prossimi 4 anni sarà Tiozzo a guidare un esercito di 130 cooperative per un totale di 6027 soci e 3270 soci lavoratori, 2720 dipendenti e un fatturato 2019 pari a € 274.289.463,00
Paolo Tiozzo succede a Sabrina Visentin già a capo di Federsolidarietà Venezia eletta presidente nel 2015 che ha traghettato l’unione provinciale dopo un periodo di commissariamento e fatto partire una nuova fase che oggi eredita Tiozzo.
Nell’assemblea che si è svolta a Zelarino i rappresentanti del mondo cooperativo veneziano hanno eletto anche il Consiglio Provinciale e il Collegio dei Revisori così come i Delegati all’Assemblea regionale e all’Assemblea nazionale.
A centro dell’assemblea, del dibattito e degli interventi l’esigenza di lavorare per un bene comune e condiviso, tutelando i più deboli e con una particolare attenzione a innovazione e sostenibilità.
Non è mancato naturalmente un cenno al virus che ha modificato modalità di vita e di lavoro anche nel mondo cooperativo. Sicuramente ha messo in crisi anche il sistema cooperativo veneziano che però con grande spirito di sacrificio, soprattutto con le cooperative sociali, ha dato un grosso contributo per la tutela delle categorie meno protette, in linea con le decisioni regionali e nazionali che arrivavano.
“In particolare – ha spiegato all’assemblea il nuovo presidente Tiozzo – in termini di sicurezza, le cooperative hanno dovuto ripensare ruoli e livelli di servizi erogati, e si sono spesso fatte proattive nello stabilire livelli di assistenza e prevenzione che andassero anche oltre le misure strettamente normate. Oggi le prospettive future sono quelle di sempre maggior collaborazione pubblico privato, di co-progettazione e di definizione comune dello schema territorio – esigenze soluzioni. Questa crisi è stata come un liquido di contrasto che ha messo in grande evidenza le aree più critiche del nostro sistema.”
“In un mondo cooperativo veenziano che ricalca il modello vincente del Nordest produttivo di piccole e medie imprese – ha continuato Tiozzo – bisogna oggi ancora di più lavorare sulla flessibilità nell’organizzazione e saper adattarsi ad un mondo e ad un mercato che cambia progettando filiere, reti territoriali e relativi prodotti. Alla base di tutto naturalmente va posta l’attenzione sul ruolo centrale che ha la formazione continua e l’acquisizione di competenze in grado di offrire strumenti adeguati ad affrontare queste trasformazioni epocali ai cittadini, ai lavoratori, agli imprenditori e alle istituzioni”.
Di qui le priorità che Tiozzo ha indicato all’assemblea quali: la parità di Genere “che significa Imprenditoria femminile e valorizzazione di competenze e professionalità femminili attraverso incentivi e forme di sostegno e accompagnamento”; l’accesso al capitale e al credito, welfare “con una razionalizzazione delle risorse pubbliche che devono essere concentrate in budget unitari e/o coordinati tra loro per una maggiore efficacia e fruibilità dei sistemi di Welfare”.
“Alla base l’obiettivo – ha detto ancora Tiozzo – di assicurare un’adeguata informativa ai lavoratori sugli elementi essenziali delle loro prestazioni, promuovendo le transizioni da una forma all’altra di lavoro in ottica di maggiore stabilità del mercato del lavoro, che oggi è molto più flessibile”. E ancora, le Politiche di Coesione ossia considerare le risorse poste al riguardo come aggiuntive e non sostitutive ad altri filoni di finanziamento, stimolando programmi e strumenti per l’autoimprenditorialità e le cooperative di giovani, donne, stranieri, la produzione di lavoro e servizi “per evitare dumping contrattuali al fine di tutelare i lavoratori, le lavoratrici e le stesse imprese, tramite in particolare un salario minimo basato sulla contrattazione collettiva e continua ed intensificata la lotta alle false cooperative”, la Cultura, il Turismo, i Beni culturali e la comunicazione, privilegiando la soluzione cooperativa come forma d’impresa e modalità collaborativa tra pubblico e privato e tra cooperative in quanto strumento per massimizzare l’impatto sociale e occupazionale della cultura; e infine l’Agricoltura e le Emergenze Fitosanitarie “dove si dovrà lavorare a combattere a livello sistemico l’insediamento di insetti alieni di cui la cimice asiatica è l’ultimo esempio e raccordare le istanze territoriali presso la Regione/Ministero per la dare la giusta priorità e le adeguate risposte ai problemi del settore.”