“Le ultime disposizioni attuative per l’accesso alla CIGS stanno creando notevoli disagi e tensioni nelle nostre marinerie. Oltre ai problemi legati alla consueta insufficienza delle risorse a disposizione ed all’assenza di ammortizzatori a partire da gennaio 2017, quest’anno si aggiunge anche l’esclusione di alcune figure di imbarcati che troppo frettolosamente sono stati considerati “datori di lavoro” e quindi privi della qualifica richiesta. Occorre fare chiarezza per evitare che questo paletto di fatto tagli fuori dall’accesso alla Cigs molti soci lavoratori e non solo che, invece, ne hanno pienamente diritto. Accanto a ciò sono da chiarire alcune questioni applicative che potrebbero complicare l’attività delle imprese che tutti i giorni si trovano a dover far fronte a numerosi intoppi burocratici”. Così l’Alleanza delle cooperative italiane settore pesca in vista della riunione convocata il prossimo 29 settembre, presso il Ministero del Lavoro e della Politiche Sociali, per discutere delle modalità di accesso alla cassa integrazione 2016.
“Tutti gli imbarcati – prosegue l’Alleanza- sono sottoposti al medesimo regime contributivo: il possesso di qualche carato (nel regime marinaro la proprietà di un’imbarcazione si calcola in base al numero dei carati posseduti: 24 carati corrispondono alla piena proprietà) non può determinare, come di fatto sta determinando, l’esclusione dalla cassa. Peraltro con efficacia retroattiva. Di contro chiediamo al Welfare e all’Inps di sorvegliare affinché l’uso della CIGS non nasconda in alcuni casi veri e propri abusi che invece vanno combattuti. Nel corso della riunione ribadiremo anche la necessità di attuare da subito i contenuti della risoluzione 7-00948 dell’on. Rostellato, approvata alla Camera lo scorso 8 settembre, che impegna il governo ad assumere iniziative normative volte ad introdurre, nell’ambito della revisione prevista entro un anno dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148 in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro, l’istituto della cassa integrazione ordinaria per il comparto ittico alla stregua di quello previsto per il comparto agricolo”.
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