Pesca eccessiva e cambiamento climatico minacciano le popolazioni ittiche e potrebbero causare l’impoverimento di paesi già sofferenti e fortemente dipendenti dalla pesca per cibo e reddito.
Un nuovo studio condotto dalla Environmental Defense Fund, dall’Università della California di Santa Barbara e dalle istituzioni di tutto il mondo e pubblicato sulla rivista Science Advances dimostra chiaramente che siamo ancora in tempo per evitare la devastazione degli oceani e la distruzione della pesca causati da pesca eccessiva e cambiamento climatico.
Ciò che occorre fare è adottare pratiche di pesca sostenibili e mantenere il riscaldamento globale a due gradi Celsius. Contrariamente continuerebbe quella fase di declino già in corso, con una forte diminuzione delle scorte e la migrazione delle specie da una zona di mare ad un’altra, situazione questa che porterebbe conflitti tra le nazioni per il controllo delle popolazioni ittiche.
Secondo lo studio, per poter cambiare traiettoria e aumentare la produttività degli oceani (si stima addirittura che buone pratiche di pesca e il controllo delle emissioni di carbonio potrebbero assicurare 217 milioni di tonnellate di pesce in più nel mare entro il 2030), le nazioni devono riformare i loro sistemi di pesca e questo in alcuni caso sta già succedendo.
Cile e Perù
In Cile e Perù gli scienziati stanno collaborando per affrontare entrambe i problemi, quello della pesca eccessiva e quello del cambiamento climatico con conseguente riscaldamento globale. Un esempio che dovrebbe essere seguito da tutti i governi per evitare una grande catastrofe ambientale.