I dati annuali pubblicati lo scorso 6 marzo dalla Scottish Salmon Producers Organization (SSPO) mostrano che il settore ha avuto un tasso di sopravvivenza mensile medio del 98,60 per cento per il 2019.
La media è leggermente in calo rispetto al dato del 98,83 per cento del 2018, a causa delle sfide ambientali affrontate da una serie di aziende agricole nel terzo e nel quarto trimestre dell’anno.
Gli allevatori di salmoni hanno lavorato duramente per superare le sfide ambientali da agosto in poi, comprese le fioriture planctoniche e l’aumento della temperatura dell’acqua. Questi hanno avuto un impatto diretto e indiretto sulla salute di alcuni pesci, con la principale causa di mortalità prematura tra gli stock risultante da problemi di salute delle branchie.
Hamish Macdonell della SSPO, ha dichiarato: “Il settore scozzese del salmone continua a investire e innovare nella gestione di tali sfide. La salute e il benessere dei pesci costituiranno sempre la massima priorità dei nostri membri”.
Sono in corso numerose iniziative disponibile per gli allevatori ittici scozzesi per aumentare le capacità nella gestione della salute del salmone.
“A questi si aggiungono ricerche mirate a comprendere gli impatti delle recenti sfide ambientali e una maggiore condivisione delle informazioni in tutto il settore”.
La Scozia ospiterà la prossima riunione della Gill Health Initiative (GHI) ad aprile, con la partecipazione di rappresentanti di Cile, Norvegia, Fær Øer e Irlanda che affiancheranno le loro controparti di allevamento di salmoni scozzesi.
Il Governo scozzese continua a mettere in campo misure a sostegno della crescita sostenibile nel settore della piscicoltura. Un programma che mira a “garantire che la salute dei pesci rimanga al centro della produzione e della crescita sostenibili in Scozia”.