Proprio così, il contagioso virus che si è diffuso in maniera particolare anche nel nostro Paese, nel giro di un breve arco temporale ha innescato una importante crisi economica i cui effetti sono ancora tutti da valutare. L’intero assetto economico italiano sta subendo danni pesanti i cui riflessi pare siano destinati ad avere forti ripercussioni sul sistema Italia anche a lungo termine. Inizialmente il turismo, ma poi artigianato, commercio, industria, moda, agricoltura: tutti i comparti, nessuno escluso, sono in estrema sofferenza.
Il settore maggiormente colpito è sicuramente quello agroalimentare soprattutto per quanto riguarda i prodotti freschi e l’ortofrutta: particolarmente difficoltosa è diventata la commercializzazione a causa del falso convincimento che l’epidemia possa diffondersi anche attraverso il consumo di cibo proveniente da zone caratterizzate da possibili focolai; i trasporti risultano fortemente penalizzati a causa dei provvedimenti precauzionali miranti a isolare i territori interessati dalla presenza di un considerevole numero di contagiati; allo stato attuale risulta difficoltoso anche ingaggiare la manodopera stagionale da impiegare soprattutto per i raccolti.
Il nostro Made in Italy è in ginocchio: è necessario, sia a livello nazionale che internazionale, riuscire a rilanciare i prodotti agroalimentari italiani liberandoli prima di tutto da quel marchio “contagioso” completamente infondato e che tanto danno sta facendo.
UNCI Agroalimentare si tiene in costante contatto con le proprie aziende e con i propri lavoratori: l’intera filiera del cibo italiano ha bisogno di sostegno e di rilancio. Il nostro cibo, i nostri prodotti agroalimentari, il nostro cibo sono di qualità e sono sicuri: tutti i timori sono infondati e ingiustificati.
”Sappiamo che il Coronavirus non è trasmissibile attraverso il cibo; non esistono prodotti agroalimentari ‘contagiati’ e che trasmettono il contagio; questa è una delle poche certezze che abbiamo a proposito di questa emergenza che come purtroppo abbiamo modo di constatare giornalmente, non è più soltanto sanitaria ma economica e sociale. Chiaramente il nostro comparto primario ha bisogno di risposte, risposte politiche ed economiche. Confidiamo nella concretizzazione di alcune iniziative del Governo quali la sospensione dei mutui, dei finanziamenti, dei pagamenti degli oneri contributivi e previdenziali in modo da assicurare una maggiore liquidità alle aziende; confidiamo in un sostegno da destinare ai lavoratori costretti a fermarsi; confidiamo in una proroga delle scadenze PAC e PSR e un ripristino dei voucher semplificati. Sarebbe utile la messa a punto di campagne promozionali che possano rilanciare l’immagine dei prodotti agroalimentari italiani applicando, nel contempo, sanzioni più severe alle pratiche sleali. L’Italia è un paese leader per quanto riguarda l’agroalimentare e il cibo: un primato da mantenere.”
Questa la dichiarazione di Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale di UNCI Agroalimentare.