Quanto carbonio sequestrano davvero le alghe? – È noto che le alghe marine assorbono grandi quantità di CO2, ma non è ancora stata determinata la portata della loro capacità di rimuovere il carbonio su scala industriale. Negli ecosistemi a “carbonio blu” come le mangrovie, le fanerogame o le paludi salmastre, il carbonio viene sequestrato nel fango o nei sedimenti dell’ambiente circostante: man mano che le piante crescono e muoiono, la loro materia in decomposizione viene assorbita nel terreno sottostante. Le alghe, invece, crescono in aree rocciose ed esposte, rendendo il processo di sequestro del carbonio molto più difficile da tracciare, poiché i detriti delle alghe vengono costantemente rilasciati nell’oceano, sequestrandosi in siti sul fondale marino e in luoghi sconosciuti nelle profondità oceaniche.
Nell’ambito di un progetto innovativo da 1,5 milioni di euro, finanziato dal Fondo per il clima Right Now di Amazon, un team di scienziati del PML sta cercando di stabilire il ruolo che l’allevamento di alghe offshore potrebbe svolgere in futuro nella cattura e nello stoccaggio del carbonio. Realizzato in collaborazione con North Sea Farmers (NSF), un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che si occupa di coltivazione di alghe, North Sea Farm 1 è una fattoria di alghe prima nel suo genere, situata tra le turbine eoliche offshore.
Si spera che il progetto, e la ricerca da esso generata, consentano una comprensione molto più approfondita dei processi naturali coinvolti nel ciclo del carbonio delle alghe e la capacità di tracciare i detriti e individuare i luoghi in cui il carbonio può essere immagazzinato a lungo termine, nell’oceano profondo e nei fondali marini. In definitiva, la North Sea Farm 1 potrebbe fornire un modello di come tali fattorie, abbinate a misure di conservazione dei fondali marini, potrebbero essere utilizzate in futuro per la cattura del carbonio su larga scala.
Parola agli esperti
La dott.ssa Ana Queirós, ecologista senior dell’ambiente marino e dei cambiamenti climatici presso il PML, che guida la ricerca, ha dichiarato in un comunicato stampa: “Sono molto entusiasta di questo progetto e della lacuna di conoscenze che cerca di colmare. Il potenziale di rimozione dell’anidride carbonica dell’industria delle alghe non è ancora stato dimostrato e la sfida è capire come le alghe possano essere utilizzate per il sequestro del carbonio a lungo termine. C’è molto interesse per la crescita dell’industria, ma dobbiamo avere le prove per determinare l’effettivo valore di carbonio blu di questi habitat. PML è all’avanguardia nella comprensione del ciclo del carbonio delle alghe e sono lieto di lavorare al fianco di North Sea Farmers, che ha una delle operazioni di coltivazione delle alghe più avanzate al mondo”.
Zak Watts, direttore sostenibilità UE di Amazon, ha aggiunto: “Le alghe potrebbero essere uno strumento fondamentale per rimuovere l’anidride carbonica dall’atmosfera, ma attualmente sono coltivate su scala relativamente ridotta in Europa. Siamo lieti di finanziare questo progetto per aiutarci a raggiungere una maggiore comprensione della sua capacità di aiutare a combattere il cambiamento climatico”.
Quanto carbonio sequestrano davvero le alghe?