La laguna di Santa Gilla, a causa delle forti e incessanti precipitazioni delle scorse settimane si è trasformata in un lago d’acqua dolce diventato la tomba di 2500 tonnellate di cozze ma anche delle vongole veraci che crescono sui fondali dello stagno.
Il Consorzio ittico che gestisce su concessione della Regione l’attività di pesca e allevamento dei mitili ha presentato la richiesta di calamità naturale.
I danni stimati sfiorano i 500mila euro, ma se altre piogge dovessero cadere sullo stagno e sui terreni circostanti, per Santa Gilla e le cooperative di pesca saranno altri guai.
Intanto le analisi fatte dalla Asl hanno evidenziato la presenza di coliformi (finiti in laguna con le acque non certo limpide dei rii Cixerri e Mannu), mentre nella parte esterna, oltre il ponte della Scafa, sono state riscontrate biotossine algali del tipo Paralytic shellfish Poison.
Il servizio igiene degli alimenti del Dipartimento di prevenzione della Asl e il Servizio veterinario della Asl hanno necessariamente emanato le ordinanze per fermare la commercializzazione di mitili e arselle.
I pescatori del Consorzio guidato dal presidente Emanuele Orsatti, ma anche le organizzazioni di categoria della pesca, denunciano la latitanza delle istituzioni. Da anni si parla di interventi idraulici per evitare che in caso di abbondanti piogge le acque inquinate dei due fiumi Cixerri e Mannu continuino a scaricare sulla laguna.
Resta però anche l’esigenza, per la vita stessa di Santa Gilla, di un apporto corretto e regolamentato di acque dolci che garantiscano allo stagno il giusto equilibrio idrosalino. I pescatori insistono anche sulla necessità di poter sfruttare, in stretta collaborazione con l’Università e dunque la ricerca (già impegnata in laguna per lo studio dei ricci e delle ostriche), gli impianti di Sa Illetta, quei locali-laboratori costruiti parecchi anni fa e mai entrati in funzione.
Aree dove non solo fare ricerca ma anche, come nel caseggiato dell’ex museo della laguna, avviare attività di pescaturismo per garantire alle cooperative entrate e guadagni anche nei periodi più critici.