La rete siamo noi è stato il tema dell’ottava edizione di Slow Fish, che si è svolta al Porto Antico di Genova dal 18 al 21 maggio. L’evento ha unito insieme la conoscenza scientifica, le buone pratiche, la cultura del mare, la politica e la molteplicità delle eccellenze provenienti da molte regioni italiane.
La Sicilia, nel suo stand, ha portato il suo patrimonio ittico, ambientale e gastronomico, offrendo momenti di profonda cultura marinara sapientemente combinati con i laboratori del gusto.
“In fatto di pesca la Sicilia ha una grande tradizione. La pesca costituisce non solo un mestiere ma anche la letteratura e l’identità della nostra terra”, a dichiararlo l’assessore regionale siciliano Antonello Cracolici.
“Abbiamo una grande potenzialità. Siamo la regione con la più alta estensione di coste del nostro paese, oltre 1.400 km. Guardiamo con grande fiducia a questo mestiere che, per continuare ad esistere, ha bisogno di diversificare, di innovare, di valorizzare il mare, non solo attraverso l’attività della cattura del pesce ma anche attraverso la sua conoscenza, la diffusione della cultura del mare e di ciò che a terra spesso rimane, cioè le borgate marinare, i quartieri impregnati di quella civiltà marittima che segna la nostra identità. È su questa strada che bisogna lavorare, anche per attrarre giovani e portare nuove energie utili a favorire lo sviluppo di questo mestiere.”
“Pensiamo che la grande strada sia l’innovazione. Una innovazione – ha concluso Cracolici – in grado di produrre nuove pratiche, nuove azioni capaci di dare anche ai giovani la possibilità di cimentarsi con la loro conoscenza e il loro sapere”.