A partire dallo scorso 1 aprile, gli italiani hanno iniziato a consumare pesce proveniente dall’estero. Venerdì 31 marzo è stato per l’Italia il Fish Dedepndence Day, il giorno in cui è terminata la nostra autosufficienza in fatto di pesca, cioè la capacità di soddisfare la domanda interna con il pesce pescato dalla flotta italiana.
Consumiamo 25 kg a testa di pesce ogni anno e abbiamo una dipendenza sempre più alta dalle importazioni. Una tendenza dovuta al calo progressivo delle catture, ridotte quasi del 50% tra il 1995 e il 2014. MedReAct, riprendendo i dati diffusi dalla New economic foundation (Nef), sottolinea come la pesca indiscriminata abbia provocato il declino delle risorse ittiche nel Mediterraneo consegnando il nostro paese a una dipendenza sempre maggiore dalle importazioni di pesce e a un deficit commerciale estero di 861 milioni di euro nel 2014. Il nostro grado di autosufficienza, dal 1990 al 2014, si è quasi dimezzato, passando da 0.49 a 0.25. Lo dimostra il fatto che il Fish Dependence Day era, nel 1990, a metà anno (il 29 giugno). Se poi si fanno i calcoli senza considerare l’acquacultura il giorno in cui finisce l’autosufficienza italiana è passato dal 3 maggio del 1990 al 13 febbraio del 2014. Insomma poco più di un mese di autosufficienza.
Di ritorno dalla Conferenza Ministeriale svoltasi a Malta sul futuro della pesca Mediterranea, dove l’Unione europea e gli stati costieri hanno adottato un programma per i prossimi 10 anni MedReAct, segnala che “con oltre il 90% degli stock ittici del Mediterraneo sovrasfruttati, il nostro mare non è più in grado di sostenere la richiesta di pesce locale. Non solo abbiamo una capacità di pesca ormai sovradimensionata rispetto alla disponibilità di risorse in via di esaurimento ma esiste anche molta pesca illegale”.
La pesca illegale è uno dei grandi mali che affligge il Mediterraneo, impedisce una corretta gestione della pesca e crea condizioni sleali tra gli operatori del settore. Si calcola che oltre il 50% degli sbarchi di prodotti ittici in Italia provenga dalla pesca illegale. “Le recenti proteste di alcune marinerie italiane contro le sanzioni sulla pesca illegale – ha dichiarato MedReAct– dimostrano il grado di irresponsabilità che ancora perdura nel settore e rischiano, se accolte, di accelerare il collasso dei tanti stock commerciali a rischio, aggravando in maniera irreversibile il declino della pesca italiana e la salute del nostro mare”.
MedReAct