Trattato globale sull’Oceano: in corso a New York i negoziati finali – Proseguiranno fino al 26 agosto i negoziati finali per un Trattato globale sull’oceano aperti l’altro ieri presso la sede delle Nazioni Unite a New York. L’incontro determinerà il destino degli oceani per le generazioni a venire.
49 i paesi impegnati a realizzare un accordo ambizioso per proteggere l’immenso patrimonio di mari e oceani, sempre più minacciato dalla crisi climatica. La Conferenza intergovernativa lavorerà per arrivare a uno strumento internazionale giuridicamente vincolante ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare sulla conservazione e l’uso sostenibile della diversità biologica marina delle aree al di fuori della giurisdizione nazionale.
“Questi negoziati sono un’opportunità unica per proteggere la parte blu del nostro pianeta. Gli oceani sostengono tutta la vita sulla Terra, ma per troppo tempo li abbiamo trascurati. I delegati devono finalizzare un trattato forte. Un trattato debole, o qualsiasi ulteriore ritardo, manterrà lo status quo che ha messo in crisi gli oceani”, ha dichiarato Laura Meller della campagna Protect the Oceans di Greenpeace.
“I governi stanno discutendo di questo trattato da due decenni. In questo lasso di tempo, gli oceani hanno perso moltissimo e le comunità che fanno affidamento sulle risorse oceaniche stanno lottando. Qui in Africa occidentale, abbiamo già visto stock ittici gravemente impoveriti da pescherecci industriali, spesso provenienti dall’Europa, e questo sta già danneggiando i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare in tutta la regione. Eventuali ulteriori ritardi sarebbero uno schiaffo in faccia a tutti coloro che ripongono fiducia nel fatto che i leader politici mantengano le loro promesse. I delegati devono portare a termine gli impegni dei loro governi e finalizzare ora un ambizioso Trattato sull’Oceano Globale”, ha affermato Awa Traore di Greenpeace Africa.
Il Trattato sugli oceani è fondamentale per arrivare all’obiettivo di avere almeno il 30% degli oceani protetti entro il 2030: si tratta del minimo necessario per dare agli oceani spazio per riprendersi.
Tra i punti più importanti in agenda c’è senza dubbio l’obiettivo di arrivare alla costituzione di una rete globale di Aree Marine Protette per preservare la vita marina dalla pesca intensiva e da altre attività umane.
Due terzi degli oceani del mondo sono attualmente considerati acque internazionali, ciò significa che tutti i Paesi hanno il diritto di pescare, commerciare e fare ricerca. Al momento però solo l’1,2% di mari e oceani sono protetti: la maggior parte delle acque è dunque esposta allo sfruttamento, alle minacce della crisi climatica, alla pesca intensiva e al traffico marittimo. Una ricerca pubblicata a gennaio e finanziata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration, suggerisce che tra il 10% e il 15% delle specie marine sono già a rischio di estinzione.
Trattato globale sull’Oceano: in corso a New York i negoziati finali