Al centro della cooperazione italo tunisina la pesca e l’innovazione del settore ittico – L’innovazione della filiera ittica della Tunisia trova un nuovo vigore con il know how italiano e grazie alla cooperazione tra le aziende ittiche del Mediterraneo giungono importanti novità nello sfruttamento della pesca, con la promozione di nuove modalità innovative, sostenibili, e con la diffusione di nuove prospettive dell’acquacoltura.
Il mese di dicembre ha visto, infatti, emergere in Tunisia un’interessante cooperazione nel settore ittico, grazie all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo che ha sostenuto un nuovo progetto atto a migliorare i sistemi di produzione e consumo in vista di una crescita socioeconomica e sostenibile.
Questo progetto, che ha consentito di rafforzare e migliorare la logistica e i servizi del mercato ittico Houmet Souk di Djerba, è stato realizzato dal Centro internazionale di studi agronomici mediterranei avanzati – Ciheam Bari, in collaborazione con il Ministero dell’Agricoltura, delle Risorse idriche e della Pesca, nell’ambito dei lavori progettuali denominati “Nemo Kantara” – Stabilizzazione e Sviluppo Socioeconomico delle Regioni Costiere Tunisine, finanziato dal Ministero degli Affari Esteri con un budget complessivo di cinque milioni di euro e per una durata di tre anni.
Alla cerimonia di inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il Governatore di Medenine, Said Ben Zayed, l’Ambasciatore italiano in Tunisia, Fabrizio Saggio, rappresentanti dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e i sindaci delle comunità che operano nel settore della pesca.
“Gli interventi finanziati dall’Italia, tra cui il progetto Nemo Kantara, hanno una duplice finalità: da un lato, migliorare la sostenibilità dei sistemi produttivi, creando ricchezza più duratura e occupazione; dall’altro, garantire una produzione sufficiente basata sulla qualità degli alimenti, assicurando al contempo l’equilibrio degli ecosistemi e la conservazione della biodiversità. Ciò implica l’urgenza di costruire un nuovo paradigma di sviluppo in cui l’aumento della produzione si accompagni all’uso razionale delle risorse naturali e la tradizione delle tecniche di pesca e di acquacoltura si incontri con la modernizzazione e l’innovazione”, ha ribadito Fabrizio Saggio, Ambasciatore italiano in Tunisia.
La delegazione guidata dall’ambasciatore ha anche visitato alcune start-up locali che hanno ricevuto fondi di investimento sotto forma di cofinanziamenti e donazioni. Peraltro, la progettualità frutto della cooperazione tra Italia e Tunisia ha trovato un rinnovato vigore grazie anche alle recenti sinergie innescate con il progetto SUREFISH, che ha visto i partner incontrarsi in Tunisia nel mese di ottobre, in general meeting presso l’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer. Il progetto SUREFISH vede lavorare assieme 13 partner di entrambe le sponde del Mar Mediterraneo (provenienti da Egitto, Italia, Libano, Spagna e Tunisia), con la finalità di diffondere l’importanza della tecnologia e della competenza su ICT, blockchain, etichettatura e imballaggi intelligenti, implementando l’importanza dell’utilizzo di metodi analitici e sensoriali innovativi per la tracciabilità e la valutazione della pesca.
Una rivoluzione imprenditoriale per i piccoli pescatori e per le associazioni ittiche della Tunisia, con l’intento di sviluppare anche nuove strategie di comunicazione nel Mediterraneo legate alla pesca e alla tutela della fauna ittica, di promuovere la fiducia dei consumatori verso il pescato, valorizzando i marchi di certificazione e le applicazioni per la tracciabilità e di condividere i big data che saranno ricavati dal progetto. Un case study per i consumatori della Tunisia, sorto grazie alla divulgazione e all’informazione sul progetto, riguarda un prodotto ittico importante e contemporaneamente oggetto di una nutrita speculazione: la tilapia.
Grazie all’attività di Slow Food Tebourba e Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, partner per la Tunisia del progetto SUREFISH, i consumatori locali hanno acquisito specifiche informazioni su questo prodotto ittico, che è low cost sul mercato locale, nonché il più consumato nei territori del Nord Africa. Questa tipologia di pesce si è imposta con efficacia anche sui mercati europei, grazie alla sua alimentazione prevalentemente vegetariana, alla sua notevole velocità di crescita e alla sua capacità di vivere anche in acque non cristalline.
Al centro della cooperazione italo tunisina la pesca e l’innovazione del settore ittico