Al Porto di Sfax gli operatori ittici incontrano i rappresentanti del progetto Surefish – Slow Food Tebourba, partner del progetto SUREFISH, ha consentito l’incontro con i pescatori e gli operatori della pesca di Sfax per la presentazione del progetto con le opportunità della tracciabilità, dell’innovazione e della sostenibilità del pescato nel Mediterraneo.
Il consorzio SUREFISH, costituito da 13 partner di cinque Paesi di entrambe le sponde del Mar Mediterraneo (Italia, Egitto, Tunisia, Spagna e Libano) lavora in maniera sinergica con tecnologie dell’informazione e della comunicazione innovative (ICT), per la tracciabilità e la valorizzazione del pescato, quali blockchain, etichettatura e imballaggi intelligenti e metodi analitici e sensoriali. Il progetto è uno dei progetti vincitore dei Bandi PRIMA 2019 per il settore “agrifood value chain” con la garanzia sulla valorizzazione e la tutela della pesca, in particolare per acciuga, cernia, tilapia e tonno rosso.
Una sinergia tra associazioni, società ed attivisti locali che si avvale dell’utilizzo delle più innovative tecnologie, adoperando metodi analitici e sensoriali per la tracciabilità. Allo stesso tempo, il progetto intende sviluppare strategie di comunicazione e informazione per promuovere la fiducia dei consumatori, con marchi di certificazione e lo sviluppo di applicazioni informatiche, per tutelare le specie in pericolo nel Mediterraneo e per condividere i dati delle ricerche condotte.
Presso il Porto di Sfax, numerosi pescatori, rappresentanti di società esportatrici di prodotti ittici, armatori, soci delle società tunisine GIPP, URAP, veterinari e rappresentanti del Porto di Sax si sono anche confrontati con i delegati di Slow Food Tebourba/Gi.&Me. Association, presieduta dall’Ing. Franz Martinelli, sull’importanza della tracciabilità e della valorizzazione sostenibile della pesca in Tunisia e nel Mediterraneo. I lavori sono stati coordinati da Ali Ben Messaoud e Hedi Gargouri e il Presidente Franz Martinelli ha presentato il progetto SUREFISH assieme a Domenico Letizia, giornalista e Communication Manager, che ha descritto l’importanza della tracciabilità e delle tecnologie innovative per la pesca e la filiera ittica a cui ha fatto seguito la relazione della professoressa Salwaa Sadok, direttrice del Laboratorio dell’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer, che ha rimarcato l’importanza dell’innovazione tecnologica e della cooperazione tra gli operatori ittici per le aziende tunisine e per incrementare le esportazioni all’estero.
Successivamente si è svolto un dibattito con pescatori e i rappresentanti delle aziende ittiche sugli strumenti e i mezzi tecnologici da utilizzare per l’implementazione del sistema di tracciabilità nel mercato ittico tunisino. Durante i lavori, i pescatori di Sfax hanno descritto anche le problematiche che riscontrano nelle loro attività lavorative quotidiane, ricordando che uno dei maggiori problemi è l’inquinamento del mare in Tunisia, dovuto alla plastica. L’inquinamento delle coste e del mare da parte della plastica può causare diverse conseguenze negative, come gli alti costi del loro smaltimento, per la pulizia delle spiagge e i rischi per la salute pubblica.
Altra problematica emersa è quella del granchio blu che ha impatti forti sugli ecosistemi e sulla pesca artigianale locale. Il granchio blu è una delle specie invasive di cui si sta più discutendo, per il suo impatto ecologico ma anche per il valore economico che potrebbe derivare dalla pesca e dal suo consumo alimentare. Insediatosi ormai da anni nel Mediterraneo, grazie al riscaldamento delle acque, questo crostaceo ha potuto stabilizzarsi e diffondersi sempre più, come altri pesci esotici originari di altri mari. I pescatori, gli imprenditori locali e i rappresentanti del Porto di Sfax hanno rilanciato l’importanza di sviluppare strategie di comunicazione e informazione per promuovere la fiducia dei consumatori, con marchi di certificazione, lo sviluppo di applicazioni informatiche, per tutelare le specie in pericolo nel Mediterraneo e per condividere i dati delle ricerche con tutti i protagonisti del progetto.
Al Porto di Sfax gli operatori ittici incontrano i rappresentanti del progetto Surefish