Le peculiarità del pescato mediterraneo e la specificità della pesca artigianale costiera, questi i temi trattati da Dario Cartabellotta, dirigente generale dipartimento della Pesca Mediterranea della Regione Siciliana, nel suo intervento al convegno internazionale – La valorizzazione del pescato. Esperienze ed opportunità – che ha chiuso la manifestazione Blue Sea Land 2015
“Abbiamo detto con forza stop alla rottamazione, all’illegalità del pescato e alle concorrenze sleali. Il Mediterraneo è un mare da gestire e non da spartire. Ci sono molte acque internazionali e poche acque territoriali e finalmente anche l’unione Europea ha varato un regolamento che da la possibilità di gestire insieme agli altri Paesi rivieraschi le risorse comuni, una su tutte quella dei gamberoni. I piani di gestione condivisi con Tunisia, Algeria, Egitto, e altri Paesi del Mediterraneo ci fanno ben sperare”.
Per il settore ittico va fatto lo stesso lavoro portato avanti per il vino. Questo è quello che sostiene Cartabellotta. “Venti anni fa la Sicilia era percepita come terra di vino sfuso poi nel giro di dieci anni siamo diventati creatori di brand prestigiosi della enologia mondiale. La gente dovrà venire a conoscenza del fatto che in Sicilia si viene a mangiare del buon pesce fresco, che nulla ha a che fare con il pangasio che in quantità sempre maggiore arriva dall’Asia. Per dare valore ad un settore che lo merita si dovrà guardare al pescaturismo, all’ittiturismo, alla valorizzazione del pescato a Km zero e all’importanza della tracciabilità”.