Complice forse il maltempo dei giorni scorsi ma, la riapertura del mercato ittico all’ingrosso di Fano, dopo la pausa del fermo biologico, provvedimento voluto dalla Comunità europea per consentire il ripopolamento dei fondali, non ha fatto registrare i risultati sperati. E come ha fatto sapere Angelo Nardini, direttore del mercato, ad apertura delle vendite, sono state commercializzate solo 650 casse di pesce, contro le 900 battute invece negli scorsi anni nelle stesse circostanze.
Le forti mareggiate hanno costretto alcune imbarcazioni a restare ormeggiate in porto ed altre ad uscire solo dolo che le condizioni meteo erano migliorate. Le reti dei pescatori hanno accolto triglie, barboni e pannocchie. Scarsità di merluzzi e mazzole invece che al mercato hanno toccato prezzi piuttosto alti.
Poco più su, sempre sulla costa Adriatica, a Porto Garibaldi, l’apertura dei mercati è stata invece molto più incoraggiante. La prima asta del pescato ha fatto ben separare nella migliore ripresa delle attività di pesca. Triglie, canocchie, gallinelle, suri, gamberi e seppie freschissime sono finite sulle tavole dei ferraresi.
Anche a Goro si è partiti con il piede giusto, canocchie, triglie e moli nostrani hanno superato le vendite rispetto allo scorso anno.