Un nuovo studio sulle etichette dei prodotti ittici condotto da Oceana ha evidenziato che oltre il 40 per cento dei campioni di salmone presi in esame risultava molto diverso da quello che le etichette sostenevano fosse.
Oceana sottolinea l’inesattezza delle etichette dimostrando che spesso sono utilizzate per gonfiare il valore del prodotto, sia mediante l’etichettatura di una specie più economia come fosse invece una più costosa o mediante l’etichettatura di salmone d’allevamento come se fosse selvaggio.
“Senza tracciabilità è quasi impossibile conoscere i passaggi del salmone prima di finire nel piatto”, ha detto Kimberly Warner, autrice del rapporto. “Quello che si finisce per mangiare è per lo più poco costoso, si tratta in genere di salmone d’allevamento importato mascherato da pesci catturati in natura negli USA.”
“La tracciabilità deve essere richiesta per tutti i tipi di pesce al fine di garantire informazioni importanti, dalla specie a come e dove è avvenuta la cattura”, ha detto Beth Lowell , direttore della campagna di Oceana. “Fornire ai consumatori maggiori informazioni permette loro di prendere decisioni più consapevoli, di natura economica, ambientale e di salute.”