La maggior parte dei rigetti in mare da parte della flotta peschereccia a strascico nel Mediterraneo interessa esemplari giovani, che non hanno ancora raggiunto la maturità sessuale e la capacità riproduttiva. La tesi è convalidata da uno studio condotto dall’HCMR e l’IEO, in Spagna, Italia, Grecia e Croazia tra il 1994 e il 2014.
I ricercatori del Centro ellenico per la ricerca marina (HCMR) e l’Istituto Spagnolo di Oceanografia (IEO), in collaborazione con altri scienziati di diverse istituzioni dei Paesi del Mediterraneo hanno recentemente pubblicato un documento che ha analizzato specie per specie quantità e le dimensioni dei rigetti prodotti dalla pesca a strascico nel Mediterraneo.
Lo studio “Old Info for a New Fisheries Policy: Discard Ratios and Lengths at Discarding in EU Mediterranean Bottom Trawl Fisheries” e pubblicato sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science, analizza un ampio database di dati sulla pesca sui rigetti di diversi paesi del Mediterraneo tra il 1995 e il 2014.
Lo studio si concentra principalmente sulle informazioni fornite da Spagna, Italia, Grecia e Croazia e mette a confronto le quantità e le dimensioni scartare tra le diverse aree geografiche marine come stabilito dal General Fisheries Commission for the Mediterranean (GFCM) della FAO. Gli esperti hanno analizzato il rigetto di 15 specie. Il risultato della ricerca ha confermato il basso tasso di scarto di specie bersaglio come nasello, triglia e gamberetti.
Uno degli aspetti più innovativi di questo studio era quello di valutare la dimensione media dei rigetti di queste 15 specie e confrontare questi formati con quelli dalla taglia minima di riferimento per la conservazione (MCRS), che è la dimensione stabilita dalla legge per ciascuna specie sotto la quale deve esserne evitata la cattura, e altri di dimensioni in cui si raggiunge la maturità sessuale.
“Il risultato di questa analisi ha mostrato che la maggior parte degli esemplari scartati nel Mediterraneo sono al di sotto della taglia minima di riferimento per la conservazione e non ancora in età di maturità sessuale“, dicono i ricercatori.