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Home Sostenibilità

La tracciabilità come valore aggiunto alla qualità

Mariella Ballatore by Mariella Ballatore
5 Novembre 2018
in Sostenibilità

Tracciare significa monitorare fonte e metodo di cattura (o d’allevamento) e tutti i passaggi intermedi.
La crescente domanda di pesce tracciabile tra i consumatori sta spingendo gli imprenditori a sviluppare soluzioni tali da assicurare maggiore chiarezza nell’intero sistema gestionale. Le loro innovazioni aprono la strada del cambiamento, fornendo modalità per raccogliere dati attendibili e per mantenere tali le informazioni dalla cattura alla tavola. Come ulteriore vantaggio, i dati raccolti possono arricchire le conoscenze scientifiche sugli stock ittici e spingere verso una gestione sostenibile della pesca.
La catena di fornitura dell’industria ittica è una delle più complesse in quanto nelle fasi di transizione dalla cattura alla vendita, intervengono numerose aziende ciascuna obbligata a produrre documentazioni minuziose.
Nuovi imprenditori “illuminati” si impegnano per rendere l’industria ittica più trasparente per i consumatori. L’opportunità di business è significativa, secondo Allied Market Research i mercati dei prodotti alimentari e delle tecnologie di tracciabilità sono destinati a crescere notevolmente entro il 2019. Questa crescita è alimentata dall’aumento degli obblighi di comunicazione da parte del governo nei confronti dei consumatori che vogliono sapere da dove proviene il loro cibo e dalle imprese che devono rispondere a regole richieste dei clienti.
Le attività ittiche che risultano conformi al piano normativo emanato dall’Unione Europea seguono una serie di requisiti informativi mirati a coinvolgere sia gli altri attori della filiera sia i consumatori.
I requisiti obbligatori da rispettare e comunicare possono essere aggregati in due sezioni:
Requisiti per il Business:
• Numero identificazione di ogni partita
• Descrizione dettagliata
• Numero di identificazione esterno e nome del peschereccio o nome dell’unità di produzione in acquacoltura
• Codice FAO alfa 3 di ogni specie
• Data delle catture o della produzione o di raccolta
• Indicazione se i prodotti della pesca sono stati prima surgelati
• Data di congelamento (o di primo congelamento), se diversa dalla data di produzione
• Peso netto o numero di individui (volume o quantità netta)
• Denominazione commerciale*
• Denominazione scientifica (Sistema d’informazione FISHBASE o DB ASFIS della FAO)
• Zona geografica cattura o allevamento
• Categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura
• Metodo di produzione (pescato, pescato in acque dolci, allevato)
• Nome e indirizzo fornitori e clienti e dei proprietari della transazione se diversi dai precedenti
• Data di spedizione
Requisiti per i Consumatori:
• Indicazione se i prodotti della pesca sono stati prima surgelati
• Data di congelamento (o di primo congelamento), se diversa dalla data di produzione
• Denominazione commerciale*
• Denominazione scientifica (Sistema d’informazione FISHBASE o DB ASFIS della FAO)
• Zona geografica cattura o allevamento
• Categoria di attrezzi da pesca usati nella cattura
• Metodo di produzione (pescato, pescato in acque dolci, allevato)
• Termine minimo di conservazione o data di scadenza, ove previsto
• Elenco ingredienti, ove necessario
• Quantità ingredienti, ove necessario
• Allergeni/ Intolleranze, ove necessario
• Condizioni di conservazione, ove necessario
• Nome, ragione sociale e indirizzo operatore professionale che gestisce il contatto con il consumatore, ove necessario
• Eventuali istruzioni d’uso, ove necessario
• Eventuale dichiarazione nutrizionale, ove necessario

* Nel Regolamento (UE) n° 1169/2011 è richiesta la denominazione legale dell’alimento ove previsto.

Nonostante la rigida regolamentazione a riguardo, organizzazioni non governative come Oceana sottolineano l’inesattezza di alcune etichette dimostrando come spesso siano utilizzate per gonfiare il valore del prodotto. Questo avviene intenzionalmente allo scopo di commercializzare specie comuni proposte al consumatore come specie pregiate o vendere pesce d’allevamento spacciandolo come selvaggio.
Un etichetta che riporta fedelmente le informazioni, attraverso una comunicazione trasparente delle varie fasi che portano il prodotto dal mare alla tavola, è garanzia per il consumatore ed è valore aggiunto per le aziende.
Anche la stessa etichetta deve avere dei requisiti rispettosi delle norme per i prodotti a contatto con gli alimenti (Regolamento (CE) n. 1935/2004 del Parlamento europeo), deve essere realizzata con materiale atossico e stampata con inchiostro ad uso alimentare. In Italia ci sono aziende che commercializzano con successo da diversi anni le soluzioni idonee per etichettature a norma, tra le più presenti sul mercato segnaliamo Demaplast con sede a Pianello (PC), Itasystem srl con sede a Brescia, Scubla Srl con sede a Remanzacco (UD).

Redazione Pesceinrete

 

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Mariella Ballatore

Co-founder e Direttrice di redazione. Pubblicista dal 2006 racconta il mondo da oltre un trentennio attraverso giornali, televisione e radio. Come conoscitrice del settore pesca e acquacoltura è stata più volte invitata a moderare e relazionare in convegni organizzati tra gli altri dalla Conferenza Episcopale Italiana – Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, AquaFarm, Blue Sea Land.

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