Plastica che si autodistrugge. Questo il risultato straordinario di una ricerca condotta da un gruppo di ricercatori presso l’università dell’Illinois.
L’inquinamento da plastica è uno dei problemi che maggiormente grava sulla salute dei nostri oceani. Sono oltre 8 milioni le tonnellate di plastica che ogni anno finiscono col soffocare le acque del nostro pianeta con gravi conseguenze sull’ecosistema marino e sull’uomo.
Il problema, vista l’emergenza mondiale, ha spinto l’Unione europea a vietare la plastica usa e getta ponendo pure dei limiti alla produzione di attrezzi da pesca e prodotti monouso. Scienziati di tutto il mondo e chimici sono ora alla ricerca e al vaglio di nuovi materiali.
Pare comunque che in questo senso la ricerca faccia passi da gigante, tant’è che un team di ricercatori dell’università dell’Illinois con a capo il professore Adam Feinberg, sta sviluppando un metodo innovativo che permetterebbe alla plastica di autodistruggersi. Come hanno raccontato al New York Times, i ricercatori sono convinti che si stia imboccando la strada giusta verso la sostenibilità.
La plastica scompare sotto un raggio di luce
Ad essere sfruttata è la “debolezza” di alcune macromolecole che solitamente non sono utilizzate in fase di produzione per via della incapacità di formare catene stabili. La “debolezza” in questo caso diventa il “punto di forza” del metodo testato in laboratorio. Queste macromolecole vengono utilizzate in catene sufficienti a garantire stabilità e poi, l’aggiunta di un colorante giallo particolarmente sensibile ai raggi ultravioletti fa il resto. Nel momento in qui la plastica è colpita dai raggi ultravioletti, il colorante assorbe energia strappa elettroni ai polimeri e rompe il circolo, in questo modo la catena perde stabilità e si autodistrugge.
Il prossimo passo sta nelle aziende che, in fase di produzione del materiale devono contemplarne la durata e anche il “fine vita”.
Il metodo attualmente al vaglio dei ricercatori incontra delle chiare difficoltà economiche dal momento che, pur avendo un enorme potenziale, deve fare i conti con i costi. L’obiettivo adesso è rendere il nuovo materiale abbastanza economico e con proprietà competitive capaci di penetrare il mercato.