Segni di recupero per la Grande Barriera Corallina australiana – Due terzi della Grande Barriera Corallina australiana hanno mostrato la più grande quantità di copertura corallina in 36 anni. La barriera corallina rimane tuttavia ancora vulnerabile allo sbiancamento di massa sempre più frequente.
Dal report annuale dell’Australian Institute of Marine Sciences (AIMS), il recupero è stato registrato nei tratti centro-settentrionali della barriera corallina dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Il risultato è in netto contrasto con la regione meridionale, dove si è verificata una perdita di copertura corallina a causa di focolai di stelle marine corona di spine.
“Quello che stiamo vedendo è che la Grande Barriera Corallina è ancora un sistema resiliente. Mantiene ancora quella capacità di riprendersi”, ha detto Mike Emslie a capo del programma di monitoraggio dell’AIMS .
“Ma la cosa preoccupante è che la frequenza degli eventi di sbiancamento di massa dei corallidi è in aumento”, ha detto Emslie.
Il report arriva mentre l’UNESCO sta valutando se inserie la Grande Barriera Corallina nella lista degli ecosistemi “in pericolo”. Per conoscerne le sosrti si dovrà attendere la riunione del Comitato del Patrimonio Mondiale che doveva doveva tenersi in Russia a giugno, ma che è stata posticipata.
In una misura chiave della salute della barriera corallina, l’AIMS definisce una copertura di corallo duro superiore al 30% come valore elevato.
Nella regione settentrionale, la copertura media di corallo duro è cresciuta al 36% nel 2022 da un minimo del 13% nel 2017. Nella regione centrale, la copertura di corallo duro è aumentata al 33% da un minimo del 12% nel 2019.
Questi sono i livelli più alti registrati per entrambe le regioni da quando, nel 1985, l’istituto ha iniziato a monitorare la barriera corallina.
Nella regione meridionale, tuttavia, che ha generalmente una copertura di corallo duro più elevata rispetto alle altre due regioni, la copertura è scesa al 34% nel 2022 dal 38% dell’anno precedente.
Il recupero arriva dopo il quarto sbiancamento di massa in sette anni e il primo durante La Nina, che in genere porta temperature più fresche. Sebbene ampio, ha affermato l’istituto, lo sbiancamento nel 2020 e nel 2022 non è stato così dannoso come nel 2016 e nel 2017.
Sul lato negativo, la crescita della copertura è stata guidata dai coralli Acropora, che secondo l’AIMS sono particolarmente vulnerabili ai danni delle onde, allo stress da calore e alle stelle marine corona di spine.
Segni di recupero per la Grande Barriera Corallina australiana