Secondo la nuova ricerca di NIFES, gli integratori vitaminici e minerali contenuti nei mangimi per il salmone dell’Atlantico devono essere modificati. Ciò è dovuto al passaggio da ingredienti principalmente marini a mangimi in cui oltre il 70% del contenuto proviene da piante.
“La mancanza di micronutrienti può essere fatale per i pesci”, ha spiegato Kristin Hamre, del Nutrition and Seafood Research (NIFES). “La scarsità di alcuni nutrimenti è sufficiente a causare problemi”.
Il mangime destinato al salmone d’allevamento è cambiato drasticamente negli ultimi 10-15 anni. Mentre precedentemente la maggior parte dei mangimi era composta da farina di pesce e olio di pesce, oggi la maggior parte dei mangimi commerciali contiene più del 70% di ingredienti vegetali. Le piante contengono anti-nutrienti che limitano nel pesce l’assorbimento di sostanze nutritive e, in alcuni casi, il salmone si troverà ad avere una carenza di vitamine e minerali.
“Anche se le piante contengono queste sostanze nutritive, i pesci non sono in grado di assorbirle nella stessa misura di quelli provenienti dai mangimi marini. Gli ingredienti vegetali contengono anche livelli più bassi di sostanze nutritive rispetto al pesce e all’olio di pesce”, ha aggiunto Hamre.
Dal 2011 NIFES fa parte del progetto comunitario Arraina, il cui obiettivo è quello di scoprire quanti micronutrienti le diverse specie di pesci richiedono ora che la composizione del mangime è cambiata.
Norvegia e Scozia hanno collaborato nella parte del progetto che riguarda il salmone.
“Con l’aumento dell’uso di ingredienti vegetali nell’alimentazione, è importante trovare la giusta integrazione delle vitamine e dei minerali per garantire una buona crescita e un pesce sano“, ha concluso Hamre.