Farina e olio di pesce: le stime secondo l’IFFO – In un comunicato stampa, l’IFFO (The Marine Ingredients Organisation – organizzazione commerciale internazionale che rappresenta l’industria degli ingredienti marini), dichiara i principali risultati contenuti nel suo nuovo rapporto. Nella fattispecie, sembrerebbe che all’inizio del 2022 la produzione di farina di pesce sia diminuita dell’11% su base annua, con un aumento invece della produzione di olio di pesce pari al 12%.
Questa contingenza sembrerebbe dovuta a una diminuzione delle catture rilevate nel centro-nord del Perù nei primi tre mesi dell’anno corrente, il 2022, con un aumento di capelin in Islanda con un conseguente aumento di produzione di olio di pesce. A renderlo noto è il dottor Enrico Bachis, direttore delle ricerche di mercato dell’IFFO.
Parlando di farina di pesce, è noto che i paesi appartenenti al Nord Europa, insieme a USA e India sono gli unici nel rapporto che hanno aumentato la loro produzione cumulativa durante i primi due mesi di quest’anno. Parlando invece di olio di pesce, i paesi del Nord Europa, USA e Spagna hanno avuto una produzione cumulativa più elevata nel 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Sempre secondo il rapporto IFFO, focalizzandoci sulla Cina, complici anche i blocchi e le lungaggini dovute alla pandemia di Covid, la produzione interna di farina di pesce e olio di pesce continua a rimanere debole. Inoltre, nel mese di maggio sarà imposta la nuova moratoria della pesca lungo la costa cinese, che farà sì che la flotta peschereccia locale rimarrà in porto fino a settembre.
Per quanto concerne il commercio internazionale, le importazioni cinesi di farina di pesce a gennaio e febbraio 2022 sono diminuite, con Perù, Russia e Vietnam tra i primi tre fornitori.
Il rapporto rileva inoltre che gli allevamenti di acquacoltura iniziano a essere operativi nel mese di aprile, quest’anno, però, l’operatività sembra subire delle pause sia in termini di logistica che di consumo.
Farina e olio di pesce: le stime secondo l’IFFO