Gamberi rosa, triglie, naselli del Mediterraneo, alleati della pelle, per contrastare i segni dell’età, non solo a tavola. È questo il nuovo impiego di alcuni prodotti ittici che, pescati accidentalmente sotto taglia minima commerciale, non potranno più essere buttati via, anche se privi di vita.
L’Unione europea – rende noto Federcoopesca-Confcooperative – mette un freno all’antica pratica di restituire al mare prodotto non vendibile, in virtù di una normativa comunitaria (Regolamento 1380/2013) che obbliga ora i pescatori a portare a terra il prodotto “fuori” taglia.
“È un nuovo modo di guardare alla blue economy. Si aprono nuovi mercati anche se con ulteriori aggravi burocratici per gli operatori. L’auspicio è che, una volta entrato a regime, diventi un strumento efficace per una pesca sempre più sostenibile e un contributo tangibile nella lotta agli sprechi” afferma Federcoopesca.
La legge – precisa l’associazione – fissa paletti rigidi indicando le specie, le zone di pesca e le imbarcazioni soggette a quest’obbligo. Tutto verrà tracciato. Questi prodotti potranno essere impiegati dall’industria cosmetica, per realizzare integratori alimentari o per il cibo destinato agli animali domestici, ma non per uso alimentare umano anche se a scopo benefico.