Milano – Oggi presso l’Università Bocconi si è svolta l’edizione 2015 del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, luogo di condivisione di idee ed esperienze in tema di responsabilità sociale d’impresa. Durante la tavola rotonda “Comunicare con passione”, oltre il bilancio sociale, i professionisti si sono confrontati in merito all’efficacia della comunicazione di sostenibilità aziendale, strumento di condivisione di valori che guidano pratiche e processi aziendali.
Anche l’industria ittica ha avuto spazio grazie al contributo portato da Vito Gulli, CEO e Presidente di Generale Conserve S.p.A., società che detiene il marchio Asdomar.
L’azienda si colloca al 3° posto nel mercato totale di tonno confezionato di alta gamma, in buona parte anche grazie al livello di integrazione della sostenibilità nella struttura e nei processi.
“La sostenibilità è inscindibile dalla responsabilità sociale” ha affermato Gulli. “Il motivo per cui si fa responsabilità sociale è legato alla stessa sopravvivenza delle aziende. Il problema ce lo si pone già in fase di reperimento della materia prima.”
L’acquisto del pescato sostenibile corrisponde spesso al pescato di qualità. A conferma di ciò il primo posto raggiunto da Asdomar in una classifica stilata da Greenpeace, che valuta il livello di sosteniblità del tonno in scatola.
Secondo il CEO il target con cui l’azienda si interfaccia è purtroppo circostritto ad un’ “avanguardia” composta da consumatori attenti e sensibili all’impatto ambientale e sociale generato dal prodotto che acquistano.
“Mi infastidisce chi pensa di arricchirsi applicando un premium price ad un prodotto solo perché è sostenibile” continua Gulli, corroborando l’idea per cui la sostenibilità dovrebbe essere una caratteristica comune e non una variabile per applicare un prezzo maggiorato.
Il tema del convegno verte poi sul valore dello storytelling aziendale. Sono emerse preoccupazioni riguardo all’affidabilità della comunicazione ai consumatori. L’imprenditore genovese vede il web come un valido alleato per verificare la bontà di quello che le aziende comunicano.
Certificazioni come la SA 8000, assegnate alle organizzazioni che volontariamente forniscono garanzia di eticità della propria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo, sono secondo Gulli requisiti necessari ma utili per l’obbligo di comunicare tramite canali ufficiali il raggiungimento o la revoca della certificazione.
Sono utili allo stesso modo le ONG quali Greenpeace per la fermezza con cui agiscono e, a parere di Gulli, sono uno stimolo per le aziende che operano in settori ad elevato impatto ambientale.