L’acquacoltura può svolgere un ruolo importante nell’attuazione del Green Deal europeo, è quanto sottolineato da Aquaculture Advisory Council (AAC).
In Ue l’acquacoltura rappresenta 1,4 milioni di tonnellate di produzione alimentare ogni anno per un valore di circa 4 miliardi di euro. Pesce e crostacei d’allevamento soddisfano il 10% del consumo di pesce degli Stati membri dell’UE, con un consumo medio a persona di poco più di 24 chili di prodotti ittici all’anno.
In termini di volume di produzione a farla da padrone sono i mitili, seguiti da trote, ostriche, orate e spigole, carpe, vongole, tonno rosso, salmone e rombo. In termini di valore, la trota è la specie più redditizia, seguita da spigole, orate, ostriche, tonno e cozze.
Aquaculture Advisory Council ha notoriamente il compito di esaminare le misure legislative, regolamentari e legali dell’Unione europea che interessano l’acquacoltura. Recentemente, l’organizzazione ha raccomandato alla Commissione europea di sviluppare linee guida per gli stati membri su come concertare un quadro giuridico per la concessione di licenze per stabilire nuovi allevamenti di alghe ed espandere quelli esistenti, affermando che un quadro giuridico è la questione più importante da affrontare per questo segmento in crescita.
Sempre in relazione al settore delle alghe, l’AAC ha richiesto lo sviluppo di protocolli per l’identificazione dei siti ottimali e l’ottimizzazione delle tecnologie agricole, lo sviluppo di sistemi di gestione per le alghe e un riesame dell’attuale legislazione sulla sicurezza alimentare per garantire che le questioni relative all’etichettatura delle alghe siano adeguatamente affrontate.
AAC ha raccomandato la creazione di uno standard di certificazione UE, che a suo avviso potrebbe accelerare lo sviluppo del mercato e rafforzare la fiducia dei consumatori nelle alghe. Ha raccomandato uno studio più approfondito dello standard comune sulle alghe sviluppato dall’Aquaculture Stewardship Council (ASC) e dal Marine Stewardship Council (MSC) lanciato nel 2018.
Aquaculture Advisory Council ha poi sottolineato l’importanza di una adeguata informazione dei consumatori e quindi la necessità di fornire in etichetta le corrette informazioni sul prodotto per consentire scelte di acquisto consapevoli e responsabili. Una migliore etichettatura contribuirebbe anche a sensibilizzare sulla qualità dei prodotti dell’acquacoltura dell’UE.
L’ultima raccomandazione della AAC affronta l’impronta climatica del sistema alimentare dell’UE in risposta al Green Deal europeo (EGD), che stabilisce come rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050.
Aquaculture Advisory Council sostiene che il settore dell’acquacoltura europeo può contribuire all’EGD migliorando l’uso delle risorse acquatiche, promuovendo nuove fonti di proteine e sviluppando ulteriormente i sistemi di acquacoltura con basse impronte di carbonio, come alghe e bivalvi. Ma ha avvertito che attualmente non esiste una metodologia comunemente accettata per valutare l’impatto sul clima, quindi è difficile confrontare i diversi prodotti dell’acquacoltura sul mercato.
Infine l’AAC ha sottolineato che i prodotti ittici non conformi agli standard ambientali dell’UE non dovrebbero essere importati nei mercati dell’UE e che dovrebbero essere introdotti standard minimi di sostenibilità. L’UE dovrebbe anche promuovere lo sviluppo e l’uso di materie prime per mangimi alternative da fonti responsabili e sostenibili, come insetti, alghe marine e sottoprodotti come i rifiuti di pesce.