La pandemia da Covid-19 ha giocato un ruolo importante a livello globale nell’accrescimento della sensibilizzazione verso le emergenze sociali e ambientali.
L’industria dell’ittico, sulla spinta di questa ondata, ha guardato con maggiore interesse a standard di certificazioni che potessero maggiormente garantire il consumatore circa una maggiore attenzione per i temi ambientali.
Come sottolinea Paolo Bray, CEO di Friend of the Sea, in questa intervista, alcune aziende soprattutto dopo la prima ondata pandemica si sono rivolte a Friend of the Sea allo scopo di evidenziare il loro impegno per l’ambiente, altre hanno deciso di rimandare l’investimento per via di disagi economici subiti a causa dell’emergenza globale.
Secondo Bray ora si attende una ripartenza in grande stile: “Il cambiamento dello stile di vita e del modo di lavorare generato dalla pandemia ha portato a una crescita notevole della sensibilità dei consumatori e delle aziende nei confronti dei temi ambientali. In questo periodo il numero delle aziende coinvolte nei nostri progetti è aumentato dal 10 al 15%. Driver di questa tendenza la volontà di ripartire nel modo giusto evidenziando il loro impegno per l’ambiente”.
Friend of the Sea è l’unico programma di certificazione per la pesca sostenibile riconosciuto e supervisionato a livello internazionale da un ente nazionale di accreditamento.
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