Report sul danno ambientale da estrazione mineraria in acque profonde – “Il cambiamento dell’uso del suolo e del mare è la principale causa di perdita di biodiversità a livello globale. L’estrazione mineraria in acque profonde è stata proposta come un’alternativa ‘ecologicamente sostenibile’ all’estrazione mineraria convenzionale a terra. Tuttavia, le ricerche dimostrano che l’estrazione mineraria in acque profonde causerebbe danni significativi e permanenti agli ecosistemi delle profondità marine e agli oceani in generale con cui interagiscono”. Si apre così il nuovo report di Planet Tracker The Sky High Cost of Deep Sea Mining, dove è ben evidenziato che il ripristino del danno ambientale causato dall’estrazione mineraria in acque profonde sarebbe così costoso che nessuna azienda potrebbe permetterselo.
Secondo il report dell’organizzazione no profit con sede a Londra, le probabilità di successo nel ripristinare gli ecosistemi marini in acque profonde sono basse, i costi associati sarebbero invece così elevati da superare i profitti delle aziende. Ad esempio, tentare di sostituire i noduli polimetallici, essenziali per la vita marina, con noduli di argilla artificiale costerebbe più del fatturato previsto delle aziende stesse. Inoltre, il fondo di compensazione ambientale sviluppato dall’Autorità internazionale per i fondali marini non sarebbe sufficiente per coprire i costi di ripristino. Ed ancora, il danno ambientale causato dall’estrazione mineraria in acque profonde supererebbe ampiamente gli impatti sull’ambiente causati dall’estrazione di minerali critici per la transizione energetica sulla terraferma.
Planet Tracker sostiene che l’estrazione mineraria in acque profonde non è allineata con gli obiettivi politici di protezione della biodiversità e del ripristino dell’ambiente marino. Oltre agli impatti sulla biodiversità, l’attività mineraria in acque profonde non rappresenterebbe un’alternativa sostenibile alle attività minerarie terrestri, contraddicendo l’affermazione dei suoi sostenitori.
François Mosnier, responsabile del programma Oceani presso Planet Tracker, ha sottolineato l’importanza di fermare l’estrazione mineraria in acque profonde, evidenziando i rischi irreversibili per la natura e il clima. Ha invitato le istituzioni finanziarie a sostenere una moratoria sull’estrazione mineraria in acque profonde per evitare costi e danni ecologici elevati e preservare gli investimenti necessari per affrontare la crisi climatica e naturale.