Ricerca sul ruolo delle alghe nella sicurezza alimentare – Un recente studio condotto dalla Friedman School of Nutrition Science and Food Policy (Tufts University – Boston, Massachusetts) ha evidenziato che l’allevamento di alghe potrebbe essere una soluzione sostenibile per combattere la fame e la malnutrizione nei paesi a basso e medio reddito in Africa e Asia. Secondo la ricerca, pubblicata sulla rivista Global Food Security, l’allevamento di alghe rappresenta un’alternativa più sostenibile rispetto all’allevamento del bestiame, in quanto non richiede l’uso di terra, acqua dolce o fertilizzanti chimici.
L’allevamento di alghe offre numerosi vantaggi, tra cui la riduzione del rischio delle conseguenze del cambiamento climatico sullo stile di vita degli agricoltori. Inoltre, c’è una crescente domanda di prodotti ricchi di nutrienti derivati dalle alghe in tutto il mondo, il che potrebbe rendere questa attività particolarmente redditizia. L’aumento del potere d’acquisto delle famiglie e delle comunità coinvolte nella produzione, lavorazione, confezionamento ed esportazione di microalghe potrebbe portare a diete più sane.
Tuttavia, ci sono alcune sfide da affrontare. Gli oceani stanno diventando sempre più acidi, il che non favorisce la coltivazione sana di alghe commestibili. Inoltre, il valore delle alghe deriva principalmente dai loro estratti, non dal consumo diretto. Alcuni paesi a basso e medio reddito non dispongono dell’infrastruttura adeguata per elaborare, testare e regolamentare efficacemente le alghe destinate al consumo umano.
Per rendere l’allevamento di alghe una realtà in questi paesi, è necessario concentrarsi sulla transizione dalla coltivazione all’utilizzo finale. È importante lavorare a stretto contatto con i governi e il settore privato per identificare le sfide e superarle. Se queste barriere saranno superate, le opportunità per l’acquacoltura di alghe marino si prospettano illimitate.
L’Indonesia è un esempio di successo, lì l’industria delle alghe marine è prosperata grazie alla disponibilità costante di manodopera stagionale e all’abilità di raggiungere economie di scala a livello industriale. Mentre la Cina è attualmente il più grande produttore di alghe d’allevamento (che rappresentano circa il 57% della produzione mondiale), l’Indonesia è stato un importante motore di aumento dell’offerta negli ultimi decenni, diventando uno dei principali esportatori di due specie dalle quali si produce carragenina.
Affinché l’allevamento di alghe possa espandersi in questi paesi, i governi devono prendere sul serio questa opportunità e stabilire norme sulla sicurezza alimentare e un ambiente favorevole. Inoltre, è fondamentale l’interesse degli investitori locali e internazionali. Anche se la produzione di alghe nei paesi a basso e medio reddito è ancora agli inizi, ci sono prospettive promettenti per chi decide di intraprendere questa attività.
Nonostante le sfide, il futuro dell’allevamento di alghe nei paesi a basso e medio reddito è pieno di potenziali benefici per la lotta contro la fame e la malnutrizione. Con le giuste condizioni, questa attività potrebbe diventare una solida fonte di sostentamento per intere comunità, migliorando la sicurezza alimentare e promuovendo diete più sane per le popolazioni locali.
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