Il pesce, in quanto alimento prezioso per il suo contenuto di proteine e di grassi sani e per la sua digeribilità maggiore rispetto alla carne, può essere proposto sin dalle prime pappe nello svezzamento: merluzzo, nasello, salmone, trota e orata sono tra le specie più sicure da proporre ai bambini.
Se fino a poco tempo fa veniva indicato di non introdurlo prima del 7/8 mese di età del bambino, in quanto esso costituisce la terza causa di allergie alimentari, oggi gli allergologi sostengono che non c’è alcun vantaggio nel ritardarne l’introduzione, anche se devono essere poste due accortezze: pulirlo con cura da eventuali spine e scegliere il tipo di pesce più sicuro, cioè meno inquinato possibile.
Il pesce omogeneizzato fornisce più garanzie sulla provenienza ed più sicuri sono quelli di media e piccola taglia e che vivono a media profondità (omogeneizzati di nasello, merluzzo, trota, salmone, orata, spigola e platessa) ma anche anche il pesce azzurro (sarde, alici e sgombro). Mentre invece del pesce fresco o surgelato meglio evitare platessa e sogliola ed in generale i pesci piatti che vivono sul fondo (dove si concentrano i metalli pesanti) o i pesci che vivono vicino alla superficie (dove sono presenti idrocarburi).
No anche al tonno e al pesce spada, pesci di grossa taglia che, nutrendosi di altri più piccoli, introducono maggiori quantità di inquinanti. L’assunzione di crostacei e molluschi è generalmente posticipata poiché è difficile verificarne le condizioni di freschezza e igiene.
Si possono dunque preparare al bambino filetti di merluzzo o nasello provenienti da pesci di piccole dimensioni acquistati interi, bolliti o cotti al vapore, al forno o in padella con le verdure per mitigarne il sapore. L’importante è proporlo e riproporlo, magari tagliuzzato o frullato, attraverso ricette fantasiose e piatti colorati.