Buona performance per il comparto alimentare del tonno in scatola che, nel 2019, secondo i dati dell’ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) continua a registrare un incremento della produzione nazionale (circa 74.000 tonnellate, +0,25%) e del valore di mercato, confermandosi come uno dei comparti più virtuosi dell’industria alimentare italiana. Nel 2020, durante il lockdown, il tonno in scatola si è rivelato protagonista del carrello della spesa con consumi molto elevati (+33,6% nelle settimane dell’inizio dell’emergenza). Gli italiani, dunque, continuano a premiare questo alimento capace di coniugare gusto, qualità e attenzione al portafoglio e che, da una ricerca Doxa/Ancit, risulta essere presente nel 94% delle nostre case. Anche se non mancano le fake news: sfatiamole una volta per tutte con l’aiuto di Luca Piretta, (Gastroenterologo e Nutrizionista Docente di Allergie e Intolleranze Alimentari presso l’Università Campus Biomedico di Roma)
Il tonno in scatola si conferma come uno dei comparti più virtuosi dell’industria alimentare italiana. Nel nostro Paese, il 2019 ha registrato un valore di mercato di circa 1,32 miliardi di euro (+1,7% rispetto al 2018) con una produzione nazionale di oltre 74.000 tonnellate (+0,25%) mentre il consumo da parte degli italiani ha toccato quota 153.00 tonnellate (circa 2,5 kg pro capite), per un settore che conta circa 1.500 addetti. Nello stesso arco di tempo, le esportazioni hanno raggiunto quota 25.703 tonnellate (+3,5%), confermando un crescente interesse per il nostro prodotto all’estero. Quella dell’export è una crescita lenta, ma segna una tendenza costante. Negli ultimi 5 anni (2014 – 2019) si è registrato un incremento del +24% delle esportazioni, in cui prevalgono i Paesi dell’UE (circa 18.700 tonnellate nel 2019) come Germania, Grecia, sui Paesi terzi (poco meno di 7.000 tonnellate) come Canada, Arabia Saudita ed Emirati Arabi. Mentre le importazioni si sono attestate a 94.607 tonnellate (- 8,62%). Per quanto riguarda il comparto conserviero ittico che, oltre al tonno in scatola, comprende anche le altre conserve, quali sgombri, acciughe, sardine, ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare) stima un fatturato 2019 di circa 380 milioni, per un valore totale di tutte le conserve ittiche di oltre 1 miliardo e 700 milioni.
Nel 2020, il Coronavirus ha cambiato le nostre abitudini, i nostri modi di vivere la quotidianità ma anche la composizione del carrello della spesa alimentare, premiando soprattutto quei prodotti a lunga conservazione, nutrienti, sicuri, convenienti e “ready to use”, come le conserve ittiche. Le linee guida sono arrivate anche dal’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che nei “Suggerimenti alimentari e nutrizionali durante l’auto-quarantena“, ha indicato gli alimenti ad alto valore nutrizionale, convenienti, accessibili e con una lunga shelf-life, con un focus sulle conserve ittiche, buone fonti di proteine ad alto valore biologico, vitamine, sali minerali, Omega 3, che possono costituire una salutare aggiunta a insalate, pasta o pane integrale.
I consumatori italiani hanno percepito queste valenze e, secondo le elaborazioni di ANCIT, durante il lockdown, il tonno in scatola si è rivelato protagonista del carrello della spesa con consumi molto elevati (+33,6% nelle settimane dell’inizio dell’emergenza). Mentre nei primi 5 mesi del 2020 le vendite a volume del totale delle conserve ittiche (tonno in scatola, sgombri, sardine, acciughe, salmone e altri prodotti) è aumentato attestandosi ad un totale di 41.452 tonnellate (dati aggiornati a maggio 2020), con incrementi che si mantengono a due cifre quasi per tutte le tipologie, con risultati interessanti soprattutto per il tonno in scatola (con un totale di vendite a volume di 33.810 tonnellate, dato cumulativo delle categorie tonno sott’olio, al naturale e a filetto, +26%), per acciughe (1.650 tonnellate, +24%) e sgombri (2.586 tonnellate, +26%). I dati di consumo confermano una crescita importante della domanda di tonno in scatola da parte del consumatore italiano, che lo considera un prodotto sicuro, salubre, gustoso, pratico e conveniente.
“Il 2019 è stato un anno positivo per l’industria delle conserve ittiche – afferma Simone Legnani, Presidente di ANCIT (Associazione Nazionale Conservieri ittici e delle Tonnare) – Seppur il carrello della spesa stia cambiando, il tonno in scatola èuno di quegli alimenti che non manca mai, in grado di coniugare gusto, salute e allo stesso tempo risparmio: parliamo infatti di un alimento che, grazie all’impegno dell’industria di trasformazione, fornisce proteine nobili ad un costo tra i più convenienti, mantenendo intatte le proprietà nutritive del prodotto fresco. Nel 2020 abbiamo dovuto affrontare un’emergenza senza eguali. Il settore si è organizzato per garantire anzitutto la salute delle persone all’interno dei propri impianti e per continuare a soddisfare le richieste dei consumatori. Soprattutto nelle prime fasi dell’emergenza, le aziende conserviere ittiche hanno dovuto far fronte a mille difficoltà operative. È encomiabile il loro contributo per garantire gli approvvigionamenti di prodotto a sostegno delle famiglie italiane. Il settore ha dato prova di grande responsabilità sociale”.
Tonno in scatola: un comparto in salute nonostante le fake news. Parla l’esperto
I consumatori totali di tonno in scatola sono il 94% della popolazione e quasi 1 italiano su 2 (43%) lo mangia ogni settimana, soprattutto perché è salutare, conveniente e rispecchia gli stili di vita moderni (Fonte: Ricerca Doxa/Ancit). Inoltre, il tonno in scatola è un alimento internazionale privo di limiti culturali, etnici o religiosi, quindi apprezzato anche dai nuovi italiani e consumato nella cucina musulmana (Halal), ebraica (Kosher) e parte di quella induista (Sikh). Eppure, nonostante le preferenze, sono ancora tante le fake news e le leggende metropolitane che circondano quest’eccellenza del Made in Italy: abbiamo chiesto a Luca Piretta – Gastroenterologo e Nutrizionista Docente di Allergie e Intolleranze Alimentari presso l’Università Campus Biomedico di Roma – di sfatare, una volta per tutte, tutti i luoghi comuni legati al tonno in scatola (vd. Focus 1). Come la credenza della presenza di conservanti o l’alto contenuto di sodio e di mercurio.
“Il tonno in scatola è un’eccellenza alimentare italiana – afferma Luca Piretta – ed è un esempio di binomio vincente tra tradizione e innovazione. Ad una lunghissima tradizione secolare, si affianca una tecnologia che ha fatto passi da gigante. Oggi, la scatoletta alimentare è divenuta baluardo per la sicurezza, la conservazione e l’antispreco. Il tonno è un alimento estremamente nutriente e una risorsa importante per il benessere e la sussistenza dell’organismo. Oltre ad essere parte integrante della Dieta Mediterranea, consente di ottimizzare tutte le funzioni vitali, anche nella versione in scatola che, grazie alle tecniche di conservazione e al processo di sterilizzazione che non richiedono l’aggiunta di conservanti, mantiene le caratteristiche nutrizionali simili a quelle del tonno fresco. Entrambi sono ricchi di proteine nobili, (addirittura il tonno in scatola ne contiene una quantità maggiore rispetto a quello fresco). Ambedue apportano acidi grassi omega 3, seppure in percentuali diverse, e anche il contenuto di vitamine e sali minerali rimane inalterato: il tonno in scatola come quello fresco, è ricco di iodio, potassio, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B”.