Mala tempora currunt sed peiora parantur: per la pesca sembra essere una triste realtà. Se la crisi epidemiologica ha letteralmente portato al collasso il settore, il futuro appare tutt’altro che roseo. Le misure di sostegno previste fin qui dal Governo italiano sono state semplici palliativi, né dall’Europa arrivano notizie rassicuranti.
Pesca e acquacoltura sembrano essere sotto assedio, minacciate da un fuoco incrociato. Da una parte c’è l’Unione Europea che va avanti spedita con la volontà di diminuire drasticamente le giornate di lavoro nel Mediterraneo per lo strascico e con il proposito di applicare criteri analogamente limitanti in Adriatico per la pesca demersale e dei piccoli pelagici; dall’altra l’Italia nel Piano di Ripresa e Resilienza, pur prevedendo importanti risorse per l’agricoltura, non sembra far specifico riferimento alla pesca e all’acquacoltura.
“È una situazione inaccettabile; siamo a un passo dalla catastrofe e per poterla evitare è necessario agire subito. Chiediamo prima di tutto attenzione da parte dell’ Italia e quindi del Ministero delle Politiche Agricole. Chiediamo alla Ministra Bellanova di riconoscere l’importante apporto che la pesca e l’acquacoltura assicurano alla filiera agroalimentare italiana: anche nei momenti peggiori di questa crisi sono arrivati, sulle nostre tavole, prodotti italiani di qualità eccellente. Bisogna dunque che nella Legge di Bilancio attualmente in discussione, trovino posto misure ad hoc per il settore, altrettanto dicasi per le risorse del Recovery Fund.
È necessario un cambio di rotta anche in Europa: anche qui è fondamentale l’intercessione della nostra Ministra. Mi riferisco alla prossima riunione del Consiglio dei Ministri Europei della Pesca prevista per il 15 e 16 dicembre: deve essere sottolineato il secco no dell’Italia alle restrizioni che si vogliono applicare nel Mediterraneo. La pesca e l’acquacoltura non possono più aspettare: sono necessarie prese di posizione nette a favore del comparto dall’Italia e dall’Europa”.
Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare