Una grande catena di sushi restaurant che opera a livello mondiale, ha accettato di pagare fino a 4,5 milioni di dollari (3,9 milioni di euro) per risolvere una causa legale collettiva in cui si afferma che migliaia di persone sono state esposte all’epatite A dopo aver mangiato capesante nei suoi ristoranti.
Nel 2016 è stato raggiunto un accordo preliminare fino a 4,5 milioni di dollari (3,9 milioni di euro) tra Genki Sushi e coloro che sono stati esposti all’epatite A alle Hawaii nel 2016.
Genki Sushi è stata fondata in Giappone nel 1990 e rapidamente estesa a numerose località in Asia e negli Stati Uniti. Il suo ufficio negli Stati Uniti ha sede a Honolulu, nelle Hawaii.
La diatriba nasce da un’epidemia di epatite A scatenatasi nelle Hawaii nel 2016. Secondo Marler Clark, studio legale che ha ottenuto l’accordo, il Dipartimento della Salute delle Hawaii ha identificato le capesante crude servite nei ristoranti Genki Sushi di Oahu e Kauai, nelle Hawaii, come probabile fonte dell’epidemia.
Secondo Marler Clark le persone esposte all’epatite A, oltre 100.000, hanno ricevuto trattamenti preventivi, ma non si sono ammalate. Oggi hanno diritto a ricevere fino a 305 € inviando un modulo di richiesta disponibile sul sito www.HawaiiHepA.com