Un nuovo report elaborato da Datassential per l‘Alaska Seafood Marketing Institute (ASMI) ha evidenziato che durante la pandemia il consumo di pesce a casa è aumentato, molti risultano essere infatti i consumatori che si sono spostati dalla carne rossa ai prodotti ittici ritenuti più sani e proteici.
Nel dettaglio è emerso che il 26% dei consumatori ha acquistato per la prima volta durante la pandemia del pesce, mentre il 35% ha scelto di consumarne in quantità maggiore rispetto a prima della pandemia.
Tra le specie più richieste c’è il salmone dell’Alaska, congelato o fresco.
Il rapporto di Datassential ha rilevato che i consumatori benestanti, laureati con un reddito familiare superiore a 84.000 euro, erano più propensi a scegliere il salmone selvatico, così come altre specie dell’Alaska come halibut, capesante, sogliola e gamberi. I consumatori generici, quelli con un reddito familiare inferiore a 84.000 euro sono risultati più propensi ad acquistare pesce congelato o conservato.
Il pesce è ora la seconda proteina preferita dopo il pollo.
Un cambiamento che sta avvenendo perché i consumatori comprendono gli straordinari benefici per la salute che c’è dietro al consumo di prodotti ittici. Il pesce pescato in natura non è solo una ricca fonte di proteine salutari per il cuore, ma è anche ricco di vitamine, minerali e oli.
Con la riapertura dei ristoranti e il ritorno del consumo di pesce nei servizi di ristorazione, ASMI spera che i consumatori manterranno anche il consumo di pesce domestico a livello di pandemia.