Il DL n. 41 del 22 marzo 2021, con 43 articoli suddivisi in 5 titoli, interviene con circa 32 miliardi di euro al fine di contrastare le conseguenze socio-economiche dovute alla diffusione del contagio da Covid 19.
Tra gli interventi settoriali è contemplato l’importante rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, istituito presso il Mipaaf dall’ultima Legge di Bilancio. Parliamo di 300 milioni di euro destinati al sostegno delle imprese del comparto primario, ormai in ginocchio e in attesa di linee programmatiche capaci di individuare strategie di ripresa e di rilancio che possano proiettarsi a medio e lungo raggio.
La pandemia ha acuito le sofferenze strutturali del settore primario portandone alla luce di nuove che, a tratti, hanno rischiato di minarne persino la sopravvivenza, circostanza particolarmente evidente per la piccola pesca nazionale. Nel contempo, proprio la crisi epidemiologica ha dimostrato quanto fossero importanti le imprese agricole e della pesca nel garantire il necessario approvvigionamento alimentare del nostro Paese.
Sarà dunque compito del Ministero delle Politiche Agricole, attraverso appositi decreti, convogliare al meglio le risorse del Fondo Filiere, in maniera da permettere un rilancio concreto ma soprattutto duraturo dell’intera filiera agroalimentare italiana, prevedendo una importante crescita della produttività e un incremento degli indici occupazionali.
“La destinazione di ulteriori 150 milioni di euro al Fondo Filiere viene percepito come un segnale importante da tutte le imprese agricole e della pesca, ma anche quelle della silvicoltura e del florovivaismo che compongono il comparto primario italiano. Puntare sulle politiche di filiera si pone come migliore strategia per tendere, con successo, non solo all’immediato sostegno del settore ma anche a un rilancio economico solido e duraturo. UNCI Agroalimentare, in questo cruciale frangente, chiede attenzione per la pesca e l’acquacoltura; chiediamo che una fetta importante del Fondo Filiere sia destinato al segmento ittico: in Italia la pesca è allo stremo”, Così il presidente nazionale di UNCI Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio.
“Chiediamo sostegno reale per tutte le imprese di pesca, soprattutto quella artigianale, costrette all’inattività dalla paralisi commerciale derivante soprattutto dalla chiusura dei canali HO.RE.CA. – Prosegue Scognamiglio – I sostegni immediati possono assicurare la sopravvivenza delle imprese attuali e garantire lavoro per il futuro per tutti gli operatori; intervenire a favore della filiera agroalimentare, significa, per noi, investire molto sul comparto ittico, troppo spesso considerato economicamente secondario rispetto a quello agricolo. Bene chiaramente l’esonero contributivo previdenziale e assistenziale per il mese di gennaio 2021, dedicato a tutte le imprese del comparto primario, comprese quelle della pesca e dell’acquacoltura. Altrettanto positivo il riconoscimento, di contributi a fondo perduto e ristori calcolati sui fatturati e sui corrispettivi del 2019. Concludo dunque affermando che le nuove risorse messe a disposizione del comparto primario possano assicurare quel rilancio economico e dunque occupazionale e sociale di cui necessitano, al pari dell’agricoltura, anche la pesca e l’acquacoltura. Seppur difficoltoso, tale rilancio è possibile soprattutto pensando a strategie che possono contare non solo sugli interventi previsti dal DL Sostegno, ma anche sulle risorse previste dalla PAC e del Recovery Fund. Avanti tutta!”.