Il settore ittico, come altri settori dell’agroalimentare, sta vivendo un anno particolarmente movimentato, sia per l’esplosione della pandemia sia per il conseguente lockdown che ha generato delle modifiche nelle abitudini di acquisto dei consumatori – spiega Paolo Pugliese, commerciale della divisione pesce confezionato nella Lepore Mare Spa, intervistato da Pesceinrete.
Tre fasi
Questo primo semestre del 2020 credo si possa dividere in tre fasi, la prima è quella del “panic buying”, per intenderci quello della foto delle penne lisce rimaste sullo scaffale, dove i consumatori in preda al panico cercavano di accaparrare quante più scorte possibili stravolgendo le vendite dei diversi comparti food nel periodo.
La seconda è quella che definisco la fase dei fornai, pasticceri, chef che preparavano piatti “homemade”, con consumi indirizzati a prodotti che imitavano o sostituivano “i pasti fuori casa” come aperitivi, pizze, dolci, ed attraverso l’aiuto di video ricette anche piatti di pesce che fino a poco prima erano di esclusiva preparazione della ristorazione.
La terza fase conferma i cambiamenti delle abitudini di spesa con il lockdown che ha velocizzato alcuni trend comportamentali, aumentando le richieste di prodotti preconfezionati a libero servizio spinti dall’effetto scorta e dalla maggiore durabilità del prodotto.
Questo interessante aumento della richiesta di pesce confezionato è data dalle sue caratteristiche, concepite per ridurre sprechi alimentari, avere un alto valore di servizio e godere di una lunga conservabilità, per questo adattabile alle nuove abitudini dei consumatori che con la riduzione della frequenza di spesa hanno avuto la necessità di rifornirsi di prodotti con una shelf-life più duratura che garantisce perfettamente qualità, freschezza e rapidità di acquisto.
Cosa ci riserverà il futuro?
Anche se è ancora tutto in divenire sono convinto – continua Paolo Pugliese – che i prodotti ad alto valore di servizio avranno sempre un maggiore peso tra gli assortimenti ittici, nel pesce confezionato faranno la differenza i prodotti premium concepiti per soddisfare i continui mutamenti delle abitudini degli shopper generando un alto grado di fidelizzazione.
Prodotti sostenibili, certificati a basso impatto ambientale, belli da vedere e che siano già pronti da mangiare: questi gli standard che dovranno rispettare i nuovi assortimenti, tutto concepito per essere pratico, facile da trasportare e che dia la possibilità al prodotto di essere integrato con le nuove strategie del retail omnicanale.
A livello aziendale avranno successo quelle organizzazioni che faranno lavorare in maniera sinergica i reparti acquisti, vendite e logistica attraverso un management snello, con più ampie responsabilità e maggiore velocità decisionale. Non bisogna più ragionare con la logica fornitore e cliente ma ragionare come partner dove a crescere e vincere sono entrambe le realtà.
Sempre più peso avranno le persone, ma per competere nel mercato del lavoro dovranno lavorare su se stesse, sulla propria intelligenza e quindi accrescere le loro competenze professionali per essere costantemente pronte ad affrontare i repentini cambiamenti della società.