Il branzino o spigola è una specie molto apprezzata nelle cucine italiane, infatti risulta una tra le specie marine più allevate in Italia. Nei banchi pescheria si può trovare sia l’esemplare da allevamento sia quello pescato. Tuttavia tra quelli allevati si possono trovare prevalentementebranzini provenienti dall’Italia e dalla Grecia.
Inizialmente uno tra i più grandi centri di riproduzione di specie ittiche marine vendeva i propri avannotti sia alle aziende italiane sia a quelle greche e croate. Perciò una volta giunti sul banco pescheria, tutti gli esemplari risultavano identici tra di loro poiché derivanti dalla stessa linea genetica. Negli anni successivi, tuttavia, la Grecia iniziò a surclassare la produzione italiana riuscendo a vendere il proprio prodotto a prezzi inferiori, grazie agli incentivi ottenuti dalle aziende da parte dello Stato greco.
L’azienda, quindi, per sostenere gli allevatori italiani, smise (in quel periodo) di vendere i propri avannotti alla Grecia e alla Croazia. Queste ultime hanno quindi dovuto crearsi delle linee genetiche di riproduttori. Ciò ha portato ad una lieve, ma percettibile differenza fenotipica a livello della testa che si riscontra ancora oggi, per mia esperienza personale almeno in Emilia-Romagna.
La foto ritrae due esemplari di branzino acquistati nella provincia di Bologna da due GDO. In particolare si può notare come il branzino italiano abbia la bocca più allungata rispetto a quello greco. Inoltre gli esemplari allevati in Grecia presentano l’occhio più sporgente a livello dorsale rispetto a quello italiano. La testa, quindi, di un branzino greco si presenta più corta e appuntita, mentre quella di un esemplare italiano più affusolata e lunga.
Ovviamente sapere notare la differenza tra un branzino italiano e uno greco potrebbe aiutare a riconoscere una possibile frode. È da sottolineare che questa differenza non è detto sia riscontrabile in tutti gli esemplari e in tutta Italia.